Aumenta il consumo di prodotti italiani in Spagna: la tavola rotonda della Camera di Commercio

MADRID – Sono sempre di più i prodotti italiani che vengono introdotti giornalmente nel mercato spagnolo. Lo testimoniano i dati, visto che nei primi 10 mesi del 2022 l’export di prodotti italiani è aumentato del 25,47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, così come le bevande del 28,39%. Inoltre, si stima che in tutto il 2022 l’export di prodotti italiani in Spagna abbia superato i 2,1 miliardi di euro.
È quanto emerso nella tavola rotonda organizzata dalla Camera di Commercio Italiana in Spagna nell’ambito del progetto dell’Unione Europea per la promozione e la valorizzazione dei prodotti di qualità certificata, Enjoy European Quality Food (EEQF) .
Il 21 febbraio scorso, presso il ristorante italiano Pante, a Madrid si è discusso de “Il consumo di prodotti italiani in Spagna: tendenze e sfide nell’era post-pandemia”.
La chiusura di diverse attività dovuta alla crisi sanitaria globale ha inciso in modo significativo sulle importazioni del paese iberico, ma i dati dell’ultimo anno dimostrano che si sono raggiunti nuovamente i livelli pre-pandemia. Ciononostante, le tendenze dei consumatori e il possibile impatto sulle vendite di questi prodotti continuano a essere argomenti di dibattito.
In questo nuovo incontro, Nicoletta Negrini, CEO di Negrini SL, uno dei principali distributori di prodotti italiani nella penisola iberica, è intervenuta in un colloquio con il giornalista ed esperto gastronomo Alberto Luchini.
Sono state affrontate le diversità gastronomiche tra Spagna e Italia attraverso l’analisi di varie tipologie di prodotti: formaggi, vini, insaccati e oli. Luchini ha fornito i dati secondo cui, nell’ultimo anno, la vendita di formaggi italiani in Spagna è aumentata di quasi il 40%, raggiungendo i 246 milioni di euro. In particolare, mozzarella e provolone sono i due formaggi che hanno aumentato maggiormente le proprie vendite nell’ultimo anno, rispettivamente del 68% e del 30% rispetto al 2021. Per quanto riguarda il vino, sebbene il mercato spagnolo non rientri tra le principali destinazioni dell’export italiano, nell’ultimo anno si è registrato un andamento molto positivo delle vendite di spumanti, le cui importazioni in Spagna sono aumentate del 35%.
Da parte sua, Negrini si è soffermata sulla necessità di sensibilizzare i consumatori sulla qualità dei prodotti italiani, poiché spesso optano per alternative locali, simili e generalmente più economiche, ma che non possono essere considerate lo stesso prodotto.
Una delle conclusioni tratte insieme ai presenti è stata che sia l’Italia che la Spagna vantano ottimi prodotti, ma “il problema è quando si vuole fare il confronto”, ha detto Luchini, che ha portato l’esempio del jamón iberico, che si ottiene da suini autoctoni neri, e di altri prosciutti italiani, come il San Daniele o il Parma, ottenuti da una razza suina completamente diversa. Entrambi i relatori hanno convenuto che si dovrebbe insistere di più sulla sensibilizzazione e la formazione del consumatore spagnolo sui prodotti italiani. In particolare, nel caso del vino, poiché, secondo Negrini, è stato grazie ai ristoranti italiani che si è potuto far conoscere in Spagna la loro grande varietà. Non c’è una grande differenza di mentalità nei due Paesi, ma “gli italiani sono molto più curiosi delle novità; lo spagnolo, se non gli spieghi un prodotto, non lo prova”, ha affermato.
Nel corso della tavola rotonda si è riflettuto anche sull’inflazione causata dalla guerra in Ucraina, che ha avuto un impatto molto significativo sui consumi di prodotti italiani In Spagna, insieme ad altre varianti della globalizzazione, come la grande richiesta di latte in polvere e burro da parte della Cina. “Mai in trent’anni ho dovuto affrontare un aumento dei prezzi di questo tipo”, ha detto Negrini.
Dopo gli interessanti interventi, lo chef del ristorante Pante Madrid e presidente della delezione in Spagna della Federazione Italiana Cuochi (FIC), Manfredi Bosco, ha elaborato varie proposte gastronomiche che i presenti hanno potuto degustare: Olio Extravergine di Oliva Terre di Siena DOP e Toscano DOP con focaccia, Provolone Valdapana DOP in abbinamento con Asti Dolce e Secco DOCG. Come antipasti, Mozzarella STG Latterie Soligo in carrozza con salsa di acciughe cantabre e Provolone Valdapana DOP al forno con cherry confit e pesto di capperi di Pantelleria. Come primo piatto, Risotto al prosecco di Conegliano DOCG e fiori di rosmarino senza dimenticare il dessert finale con Pera al Nobile di Montepulciano DOCG. I vini Nobile di Montepulciano DOCG, Asti Dolce DOCG, Asti Secco DOCG e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG hanno accompagnato questi deliziosi piatti, particolarmente apprezzati dai presenti.
In questo progetto cofinanziato dall’Unione Europea, sono sei i prodotti italiani associati tra vino, olio e formaggio, con volumi di produzione molto rilevanti nel 2022: Asti DOCG (102 milioni di bottiglie, di cui il 90% si esporta all’estero), Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, prodotto secondo il metodo champenoise (104,7 milioni di bottiglie), Vino Nobile di Montepulciano DOCG (7,2 milioni di bottiglie), Provolone Valpadana DOP, con una produzione di oltre 7 milioni di kg, l’Olio Extravergine d’Oliva Toscano IGP (55.000 quintali stimati e con oltre la metà della produzione esportata all’estero, con Germania e Regno Unito come principali mercati di destinazione) e la Mozzarella STG, con oltre 270 mila kg di produzione nel 2021.
Si tratta di eccellenze territoriali la cui qualità è testimoniata da certificazioni come DOP (Denominazione di Origine Protetta), DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita, esclusiva dei vini italiani), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita), certo una piccola parte di tutto ciò che l’Italia può offrire, dal momento che il Belpaese è il primo mercato al mondo per numero di denominazioni di origine concesse dall’Unione Europea -con 1.027 differenti considerando anche le bevande spiritose-, seguito dalla Spagna con 469.
L’ultimo prodotto registrato lo scorso 30 gennaio di quest’anno è stata la Ciliegia di Bracigliano IGP. Tra le principali regioni produttrici, Toscana e Veneto sono in testa con 93 prodotti certificati. I benefici della variegata gastronomia italiana continueranno a farsi conoscere attraverso diverse iniziative ed eventi organizzati in Italia, Spagna, Polonia e Germania, i quattro paesi coinvolti nel progetto Enjoy European Quality Food (https://www.eeqf.eu/es/), con l’obiettivo di incrementarne la visibilità e avvicinare i consumatori, le imprese e l’opinione pubblica europea al mondo dell’enogastronomia di qualità. (aise)

Continua a seguirci e a ricevere gli ultimi aggiornamenti attraverso i nostri social!
Redazione
Redazione