CASE ad UN EURO? NNNo!!!. Quanto costano davvero le “case ad UN EURO” ?

TULLIO ZEMBO

Hanno riscosso molto successo le varie iniziative “Case a 1 euro” in giro per l’Italia, con tanti piccoli borghi sperduti e ormai quasi dimenticati che sono tornati a fiorire grazie all’acquisto di immobili vecchi (e spesso in condizioni disastrose) da parte di cittadini e stranieri in cerca di un piccolo angolo di relax. Ma cosa si nasconde davvero dietro questi programmi di recupero dei piccoli centri storici? I costi non sono quasi mai quelli prospettati: scopriamo qualcosa in più.

Case a 1 euro: quanto costano davvero?

Facciamo un breve riepilogo: qualche anno fa, un piccolo comune siciliano ha dato il via ad un’iniziativa che si è rivelata essere un vero successo. Stiamo parlando di “Case a 1 euro”, un progetto che ha come obiettivo il ripopolamento e la valorizzazione di alcuni dei borghi più belli d’Italia, che stanno vivendo quel fenomeno della fuga dei suoi abitanti, diretti verso la città.

Si tratta di un bando comunale attraverso il quale è possibile acquistare una casa nel centro storico, ad una cifra simbolica di appena 1 euro (con qualche variante a seconda dei casi, visto che alcuni borghi hanno proposto i 2 o i 3 euro). Naturalmente, ci sono alcuni requisiti da rispettare: in particolar modo, si ha l’obbligo di provvedere alla ristrutturazione dell’immobile nel giro di un breve lasso di tempo, solitamente da 1 a 3 anni. E chi acquista dove vive ” mentre ristruttura” ? ?? Ve lo siete mai chiesto? NOI SI.

L’iniziativa “Case a 1 euro” è infatti destinata ad acquisire nuovi abitanti, che siano persone alla ricerca di un angolo di pace per disconnettersi dalla città o imprenditori che vogliono aprire negozi o alberghi diffusi sul territorio. Finora, sono molti gli stranieri che hanno approfittato di questa occasione, attirati non solo dal prezzo basso, ma anche dalla fama tutta italiana di avere paesaggi da sogno, cibi squisiti e tanto buon vino.

Ma cosa si cela davvero dietro la cifra di 1 euro? È irrealistico immaginare che si debba sborsare veramente così poco per ottenere un immobile, seppure in pessimo stato di conservazione. E infatti, ci sono molti altri costi che fanno lievitare il prezzo. Sono a carico dell’acquirente tutte le spese connesse al passaggio di proprietà, dai costi notarili a quelli di voltura e alle eventuali sanatorie edilizie.

Inoltre, ci sono le spese fiscali da sostenere, per rimborsare il venditore del periodo in cui l’abitazione è stata messa a disposizione del comune. Per non parlare poi della fideiussione a garanzia dell’acquisto, che solitamente viene richiesta. Da ultimo, naturalmente, bisogna pensare ai costi di ristrutturazione – secondo la maggior parte dei bandi, gli interventi vanno iniziati nel giro di pochissimi mesi.

L’esperienza di chi ha comprato casa a 1 euro

Le case a 1 euro, dunque, potrebbero celare qualche insidia in più di quanto ci si aspetterebbe. Alcune esperienze, raccontate sui social o sui giornali, ci rivelano il vero lato meno conosciuto di queste iniziative. Basti pensare all’eclatante caso di Massoud Ahmadi e Shelley Spencer, due avvocati statunitensi che hanno acquistato una casetta a Sambuca di Sicilia dove vivere 6 mesi l’anno, lavorando in smart working: ristrutturando l’immobile con materiali di pregio e con l’aiuto di artigiani locali, sono arrivati a spendere ben 200mila euro.

È ovviamente un eccesso, derivante alla precisa scelta dei due proprietari di trasformare l’abitazione in un nido di lusso. Tuttavia, anche esperienze molto più comuni sono interessanti: Yasmina Rakib Requena ha da poco comprato casa a Mussomeli, rivelando l’investimento su TikTok. Le sono serviti altri 490 euro per la gestione immobiliare e 2.500 euro per le spese notarili, mentre non sa ancora quanto le costerà la ristrutturazione. Tuttavia, ne è pienamente soddisfatta: il panorama di cui gode dal suo terrazzino è impagabile.

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FOTO . MUSSOMELI Sicilia

 

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Redazione
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