Cittadinanza Bolsonaro: in Aula l’interpellanza del Pd, On. Fabio Porta

ROMA – “In un’intervista radiofonica di qualche giorno fa, il Ministro Tajani ha dichiarato che l’ex Presidente Bolsonaro non ha mai chiesto la cittadinanza italiana e che non gli risulta che possa ottenerla”. A ricordarlo oggi nell’Aula di Montecitorio è stato Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, chiamato ad illustrare l’interpellanza urgente presentata dai Dem per avere chiarimenti sulla questione e sullo stato delle pratiche per la cittadinanza presentate dai figli di Bolsonaro nel 2019. Nell’interpellanza – in cui si cita il recente attacco alle istituzioni dei sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro – si chiede conto dello stato delle pratiche avviate dai fratelli Bolsonaro: “considerando che, ai fini del riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, è necessario che i discendenti dell’avo italiano, compreso il richiedente, non abbiano mai perso la cittadinanza italiana, cioè che ci sia una trasmissione ininterrotta del diritto, vorremmo capire se questo diritto non si interrompa – visto che il Ministro ha dichiarato che l’ex Presidente Bolsonaro non avrebbe diritto alla cittadinanza italiana – e, dunque, se questo non precluda la trasmissione della cittadinanza anche ai figli”, ha precisato Porta, chiedendo che anche per loro “sia rispettata la tempistica” e “non si faccia alcun tipo di favoritismo”.
A rispondere al deputato è stata la sottosegretaria agli esteri Maria Tripodi, che, ravvisando nella interrogazione un tentativo di “strumentalizzazione”, ha precisato che il Governo italiano ha subito preso posizione contro l’assalto alle istituzioni brasiliane: “il Ministro Tajani ha tempestivamente condannato questi atti con la dovuta fermezza ed anche naturalmente il Presidente del Consiglio Meloni”.
Quanto all’oggetto dell’interpellanza, Tripodi ha illustrato la legge 91/92, assicurando che “non è prevista alcuna discrezionalità né valutazione da parte dell’amministrazione” e che quindi essa “vale per qualsiasi richiedente ed evidentemente è stata applicata anche per l’esame delle pratiche presentate da alcuni membri della famiglia Bolsonaro”.
“Con specifico riguardo all’ex Presidente del Brasile, – ha aggiunto –confermo quanto detto dal Ministro degli Affari esteri agli organi di stampa, ossia che il Presidente Bolsonaro non ha presentato istanza di riconoscimento della cittadinanza italiana”.
Nella sua lunga replica, Porta ha di nuovo chiesto di sapere perché Tajani, nell’intervista, abbia sostenuto che Bolsonaro non può ottenere la cittadinanza: “voglio essere testuale nel riferire le parole del Ministro: “non mi risulta possa ottenerla”. Ecco, volevamo capire cosa risulta, invece, al Ministro”, perché se l’ex presidente non può diventare cittadino italiano, non potrebbero esserlo neanche i suoi figli.
Quanto all’accusa di strumentalizzazione, Porta ha aggiunto: “non abbiamo strumentalizzato nulla; abbiamo soltanto evidenziato un paio di elementi che ci sono parsi stonati rispetto alla gravità, tra l’altro, dei fatti avvenuti domenica”. E cioè che “al di là della tempistica con cui abbiamo espresso la solidarietà al Brasile, siamo stati l’unico Paese che non ha espresso direttamente e personalmente la solidarietà al Presidente Lula” e che “l’assenza di un membro del Governo italiano all’insediamento del Presidente Lula ha costituito un fatto non irrilevante agli occhi non soltanto del Governo del Brasile ma anche degli oltre 30 milioni di cittadini italo-brasiliani”. (aise)

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Redazione
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