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Cittadinanza ..La “VIA MATERNA” chiaramente spiegata… Adesso si aprono nuovi orizzonti .
Massimo Montagner: Molti italiani, in Argentina, hanno un’ascendente italiana che può
trasmettere loro la cittadinanza.
Ciò è però soggetto ad una doverosa premessa. Le donne, nate prima
dell’entrata in vigore della Costituzione il 1° gennaio 1948, non potevano
trasmettere la loro cittadinanza ai propri discendenti al contrario degli
uomini sempre se questi non avessero rinunciato alla cittadinanza italiana
Legge n. 555/1912. o fossero deceduti prima dell anno 1861.
Non esiste, ad oggi, una legge che permetta alle donne nate prima del 1948
di trasmettere la cittadinanza ai figli ma vi sono molte sentenze dei
Tribunali, della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale che, vista
l’incostituzionalità della legge sopra indicata, hanno riconosciuto anche alla
donna nata prima del 1948, la possibilità di trasmettere la cittadinanza
italiana ai propri discendenti. Quindi, oggi, la sola possibilità di trasmettere
la cittadinanza è, la via giudiziale. Sul punto devo specificare che fino al 21
giugno 2022 l’unico Tribunale competente era, obbligatoriamente, quello di
Roma sede del Ministero degli Interni ma, dopo tale data, per alleggerire il
lavoro del Tribunale della capitale gravato da decine e decine di migliaia di
cause su questo argomento, il Tribunale competente è divenuto quello del
luogo di nascita dell’antenato (nel nostro caso antenata!) con il vantaggio
di velocizzare e non poco l’ottenimento della cittadinanza.
Arrivati a questo punto vediamo quali sono i documenti necessari per
ricorrere al Tribunale. Si deve iniziare con il certificato di nascita
dell’antenata dal quale risulteranno i nomi dei relativi genitori e di seguito i
certificati di matrimonio e/o divorzio, morte e soprattutto di NON
NATURALIZZAZIONE (cioè che la stessa non ha mai rinunciato
volontariamente alla cittadinanza italiana). Oltre ai documenti suddetti sono
necessari i certificati, di nascita, matrimonio e /o con divorzio e morte di
ogni discendente. Tutti i certificati devono essere tradotti, legalizzati ed
apostillati.
A questo punto vediamo la procedura giudiziale avanti il Tribunale
competente.
a) Si inizia con la procura/mandato all’avvocato (tradotta, legalizzata e
con apostille)
b) Tutti i documenti come sopra indicati per ogni passaggio di
generazione (nascita, matrimonio e o divorzio, morte oltre alla non
naturalizzazione dell’antenata)
c) Si inizia il giudizio depositando un atto introduttivo che si chiama
“RICORSO” pagando due imposte: un contributo unificato (€ .
259,00) ed una marca da bollo (€. 27,00)
d) Dopo qualche giorno il Tribunale assegnerà al ricorso un numero,
(protocollo), che tecnicamente si chiama N.R.G. (Numero Ruolo
Generale) ed assegnato ad un giudice
e) Il Giudice fisserà la data di udienza entro breve termine
f) L’avvocato notificherà il ricorso, ed il decreto che fissa la data di
udienza, alla sede distrettuale del Ministero degli Interni presso il
Tribunale di competenza
g) Svoltasi l’udienza il Tribunale emette un’ordinanza di accoglimento
del ricorso ed i ricorrenti sono riconosciuti come cittadini italiani
h) Se il Ministero si è costituito, cioè contesta il diritto di cittadinanza
dei ricorrenti e perde la causa e non fa Appello entro 30 giorni,
l’avvocato chiederà al Tribunale un certificato di passaggio in
giudicato/esecutività dell’ordinanza che invierà, insieme a tutti i
certificati di cui ho già scritto, al Comune di nascita dell’antenata per
la trascrizione della cittadinanza. Il Comune provvederà in seguito
all’invio della trascrizione ai Consolati competenti per zona in
Argentina per l’iscrizione all’AIRE.
La procedura si è conclusa, i ricorrenti a questo punto possono chiedere il
passaporto, la carta di identità ed ogni altro certificato.
Tempo necessario totale circa 18 mesi a decorrere dal deposito del ricorso
con tutta la documentazione in regola ma di pende anche dal carico di
lavoro del Comune di nascita dell’antenata