Flussi migratori: il Ministro Piantedosi a “Repubblica”

ROMA- “I soccorsi in mare sono garantiti dallo Stato. Le Ong si concentrano solo sulla rotta dalla Tripolitania e incentivano le partenze. Il 93 % delle persone che soccorrono parte da lì. Chissà perché”. Nel suo ufficio al Viminale, il decreto Rave appena approvato dalla Camera, quello immigrazione finalmente varato dal Consiglio dei ministri, Matteo Piantedosi guarda già all’agenda 2023”. Ad intervistare il Ministro dell’Interno è stata Alessandra Ziniti per il quotidiano “La Repubblica”, che ha pubblicato l’articolo il 31 dicembre.
Ne riportiamo di seguito la versione integrale.
““Il governo – dice a Repubblica – vuole attuare una politica sui Paesi di origine e transito dei flussi migratori che possa portare al progressivo svuotamento dei centri in cui finiscono le persone che partono con il miraggio di imbarcarsi sulle coste africane. È un programma ambizioso che richiede tempo. I contatti con i ministri dell’Interno dei Paesi interessati sono già attivi. Stiamo programmando a breve una serie di incontri diretti.
D. Ministro, il suo decreto ha già svuotato il Mediterraneo dalle navi umanitarie. Le Ong ritengono che farà aumentare i morti in mare. Cosa risponde?
R. I salvataggi nel Mediterraneo, come dimostrano i dati, sono effettuati soprattutto dalla nostra Guardia di finanza e dalla nostra Guardia costiera: oltre il 43% delle persone sbarcate nel 2022 mentre il resto sono per la gran parte arrivate autonomamente. Trovo singolare il ragionamento secondo cui le Ong hanno un ruolo statisticamente marginale nel portare i migranti nel nostro Paese per poi dire che senza di loro i migranti sono destinati a a morire in mare. I naufragi e le presenze in Libia si riducono solo se si impediscono le partenze irregolari.
D. Pensa davvero che i 100.000 migranti arrivati nel 2022 siano un’emergenza per l’Italia?
R. Il sistema di accoglienza sul territorio è già al collasso. Stanno andando deserte le gare per assicurare nuovi posti. La possibilità di un’accoglienza adeguata è una questione di dignità delle persone. Trovo singolare che la sensibilità collettiva si fermi al momento dello sbarco mentre non c’è attenzione sulla sostenibilità di flussi incontrollati che generano emarginazione.
D. Ma perché, se volete regolare i flussi migratori, un decreto per fermare le Ong che portano solo il 12 % dei migranti in Italia?
R. Se certamente gli arrivi in Italia di immigrati su navi Ong costituiscono una parte di quelli complessivi, un’analisi relativa agli sbarchi evidenzia un incremento in concomitanza della presenza di navi nel Mediterraneo. L’attività delle Ong è determinante per gli arrivi dalla Tripolitania, circa un terzo degli sbarchi complessivi in Italia. Da questa specifica rotta, nel 2021 sono giunte 27.264 persone, di cui 8.665 (31,78%) attraverso navi Ong. Il trend è risultato in ulteriore aumento nel 2022, con 31.860 immigrati, di cui 11.076 con navi Ong (34,76%). Quest’anno, le Ong hanno condotto in Italia in totale 11.892 persone, di cui 11.076 provenienti dalla Tripolitania (93,2%) e solo 816 da altre regioni (6,8%). Questi dati dimostrano come l’attività complessiva delle Ong sia concentrata su quella rotta, con un effetto incentivante delle partenze da quell’area. Peraltro non capisco perché l’aspirazione al salvataggio si sviluppi esclusivamente lì.
D. Sono di questi giorni le foto del corpicino di una bimba morta su una spiaggia libica. L’uomo Piantedosi cosa prova davanti a queste immagini?
R. Provo profondo dolore per tragedie come queste, che devono assolutamente essere evitate e questo può avvenire attraverso la gestione dei flussi migratori che devono avvenire esclusivamente in maniera regolare, pianificata e sicura. Per chi fugge dalla guerra dobbiamo proseguire con i corridoi umanitari e le evacuazioni, un impegno che l’Italia sta sostenendo insieme alle organizzazioni internazionali e al terzo settore.
D. In campagna elettorale il blocco navale, poi i porti chiusi, poi gli sbarchi selettivi e ora il porto subito, anche se lontano, a tutte le Ong. La propaganda che si scontra con la realtà?
R. Nessuna propaganda. Possono variare gli strumenti in relazione alle circostanze concrete ma l’obiettivo rimane difendere i nostri confini, che sono quelli europei, contrastando i criminali che si arricchiscono facendo partire soltanto chi paga.
D. Gli elettori di questo governo, però, forse si aspettavano di non vedere più sbarchi.
R. Abbiamo già invertito la tendenza all’aumento senza intaccare le attività di soccorso in mare, che sono state garantire efficacemente dalle autorità statali. Gli ultimi due mesi segnano un abbassamento della curva di incremento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno: soltanto del 35%, a fronte di un incremento del +59% nei primi dieci mesi di quest’anno.
D. Da sinistra sono molto critici sul decreto. Perché mandare le Ong nei porti più lontani possibile?
R. Molti predicano la solidarietà e l’accoglienza sulle agenzie di stampa ma poi, quando sul territorio si devono accogliere migliaia di migranti irregolari, tutti condividono le criticità di un sistema senza regole. E questo avviene perché, in un quadro di solidarietà, abbiamo deciso di far sbarcare i migranti in tutti i porti italiani e non più solo in Calabria e Sicilia con strutture sotto stress.
D. L’Europa non è andata al di là delle dichiarazioni d’intenti sulla condivisione di responsabilità sui flussi migratori. Deluso?
R. La rotta migratoria del Mediterraneo centrale, proprio per la posizione assunta dal governo Meloni, è all’attenzione della Ue dopo anni in cui era considerata come un problema esclusivamente italiano. La Commissione europea ha preannunciato un action plan. Spero si possa procedere con fatti concreti a passo spedito.
D. Ha già pronte nuove norme su baby gang e femminicidi in grado di incidere su questi fenomeni?
R. C’è un impegno di tutto l’esecutivo per dare risposte concrete sul fronte della sicurezza dei cittadini, sulla base del chiaro mandato elettorale ricevuto. I nostri uffici, in collaborazione con gli altri dicasteri, stanno lavorando ad alcune norme per meglio contrastare alcuni fenomeni che negli ultimi tempi si sono affermati in maniera più insidiosa.
D. I retroscena di palazzo raccontano di contrasti tra lei, più vicino a Salvini, e le posizioni più morbide di Forza Italia. Com’è l’atmosfera nel governo?
R. Contano i fatti e non i retroscena. Mi ritrovo pienamente nelle parole del presidente Meloni: nel governo c’è un clima costruttivo e collaborativo.
D. Come descriverebbe Matteo Piantedosi ministro? È davvero la faccia feroce di questo esecutivo?
R. Ho alle spalle oltre trent’anni di carriera da funzionario dello Stato. Sfido chiunque a mettere in discussione la grande attenzione all’impatto sociale di ogni scelta che ho fatto. Da prefetto di Roma ho attuato diverse operazioni di liberazione di immobili occupati garantendo sempre un alloggio alle persone più fragili e in molti casi sottraendo famiglie al racket criminale delle occupazioni.
D. Prenda un impegno per il 2023.
R. Dobbiamo migliorare la sicurezza dei cittadini in tutti i territori, in particolare nelle aree marginali e periferiche, incrementando la presenza di agenti, aumentando le telecamere e rafforzando il ruolo delle polizie locali. Agiremo sulle norme laddove sia necessario farlo e sulle cause che alimentano fenomeni di degrado e criminalità”. (aise)

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Redazione
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