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Il futuro Rosé del Prosecco DOP: un fenomeno inarrestabile
ROMA- La sete per le bollicine rosate italiane mette d’accordo i consumatori di tutto il mondo – dagli Stati Uniti alla Germania e al Regno Unito, fino all’Estremo Oriente – e conferma come la nuova proposta abbia conquistato i palati e i gusti di molti e soprattutto superato ogni aspettativa. Il Prosecco DOP Rosé sta registrando numeri da capogiro nell’ultimo anno, come rilevato dal Consorzio di Tutela della DOC Prosecco, e sta letteralmente segnando il trend del mercato dei vini spumanti, che pare non volersi fermare, ma è in costante crescita. Un futuro più rosé-o che mai.
L’eleganza e il profumo floreale sono le caratteristiche che lo rendono così accattivante, ma non solo, inconfondibile è anche il suo perlage fine e persistente, il gusto morbido e rotondo, ben strutturato. Sono queste particolarità a rendere unico il Prosecco DOP Rosé, frutto, oltre alla classica uva a bacca bianca tipica del Prosecco – la Glera –, anche di una percentuale di Pinot Nero, vitigno internazionale particolarmente vocato per la spumantizzazione. Sono quattro le tipologie disponibili del Prosecco DOP Rosè, solo nella versione spumante: brut nature, extra brut, brut ed extra dry. La rifermentazione avviene in autoclave secondo il metodo Charmat e rispetta una durata minima di 60 giorni, dopo di cui avverrà l’imbottigliamento.
Un sodalizio di successo tra i due uvaggi, dunque, che vede la sua prima storica annata nel 2020 con una produzione di oltre sedici milioni di bottiglie. Immesso nel mercato verso la fine di uno degli anni più complessi per il commercio, il Prosecco DOP Rosé ha raggiunto lo scorso anno la quota di produzione di oltre 70 milioni di bottiglie, numeri incredibili per un nuovo prodotto da poco immesso nel mercato.
Un fenomeno inarrestabile che sta trainando tutto il settore dei vini rosati italiani, che in parte, sono ancora alla ricerca di una vera e propria identità.
A tal proposito, la ratio che ha portato alla nascita di questo prodotto, sviluppato e seguito da uno studio condotto dal Consorzio nel 2018, è che risultava ancora molto confusa la percezione del consumatore nei confronti degli spumanti rosati, per questo motivo è nata l’esigenza di fare chiarezza. È così che il Consorzio ha deciso di uniformare e regolamentare la produzione, garantendo al consumatore uno Spumante Rosé di qualità e di origine certificata, identificandolo con il territorio di produzione e rendendolo riconoscibile. L’Art. 2 del Disciplinare di produzione della denominazione di origine controllata dei vini “Prosecco” riporta che: “La tipologia spumante rosé prevede la seguente composizione di varietà di viti: Glera minimo 85%, massimo 90%; Pinot nero vinificato in rosso minimo 10%, massimo 15%. Detta composizione permette di ottenere la colorazione ‘rosé’”.
Non solo una moda quindi, ma un vero simbolo lifestyle: qualità ed eleganza, in primis, ma anche divertimento e convivialità sono i pensieri che il consumatore associa al Prosecco Rosé: “Se questo trend continua, possiamo azzardare che presto il Prosecco Rosé costituirà circa il 90% dell’intera produzione di rosati italiani” afferma il Consorzio di tutela che da Treviso gestisce un colosso enologico con oltre 24mila ettari di vigneti, 11mila viticoltori e 1.169 aziende vinificatrici in grado di mettere sul mercato oltre 600 milioni di bottiglie per un giro d’affari che supera i 3 miliardi di euro, realizzati per il 78% all’estero.
Sicuramente la combinazione del trend del Prosecco con il trend del rosé è stata a tutti gli effetti vincente, rendendolo un vino giovane e desiderabile. I più grandi amanti del neonato vino, infatti, sono proprio i millennials, perché si riconoscono in una proposta che li rappresenta ed è adatta ad ogni occasione. Un vero e proprio fenomeno, quello del Prosecco Rosé, che ha attirato le attenzioni di tante star e personaggi famosi, come la cantante pop Kylie Minogue, a tal punto che è stata una delle prime a voler creare il “suo” Prosecco DOP Rosé in collaborazione con la cantina veneta Zonin.
Un interesse nei confronti di questa bollicina rosa che sembra non volersi fermare, dimostrandosi sempre di più tra un pubblico internazionale soprattutto femminile, nel quale si riconosce per le sue peculiarità e caratteristiche. Il lancio del Prosecco Rosé ha rivoluzionato anche il modo di percepire il Prosecco, in positivo. La percezione di maggiore qualità e valore è nettamente cresciuta, posizionando questo vino su una fascia medio alta. Non chiamatela puramente una mossa di marketing però, nonostante abbia rimesso il mondo del Prosecco sotto la lente di ingrandimento dei suoi appassionati e del mondo del vino in generale, dando beneficio all’intera denominazione. Questa nuova e attesa percezione nei confronti del Prosecco ha portato ad una maggiore valorizzazione del territorio trevigiano e del suo grande patrimonio enogastronomico, che è arrivata alle orecchie e ai palati di molti Paesi del mondo in una nuova e attesa declinazione.
Un vero e proprio cambio di paradigma, ha fatto sì che da simbolo lifestyle, il Prosecco oggi sia ricercato e apprezzato non solo per la qualità ma anche come ambasciatore di una tradizione ben radicata e portavoce di un territorio ben definito, in Italia e nel panorama internazionale. (aise)