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Il giorno della fiducia: Meloni alla Camera
ROMA- “Sono intervenuta molte volte in quest’Aula da deputato, da Vicepresidente della Camera, da Ministro della Gioventù; eppure, la solennità è tale che credo di non essere mai riuscita a intervenire senza che in me ci fosse un sentimento di emozione e di profondo rispetto”. Così Giorgia Meloni ha iniziato il suo primo intervento in Parlamento da Presidente del Consiglio. Un discorso lungo più di un’ora, che ora la Premier depositerà in Senato, durante il quale ha riaffermato l’unità del centrodestra, individuato i pilastri delle politiche del suo Esecutivo, posto l’Italia saldamente nell’Alleanza Atlantica, al fianco dell’Ucraina e convintamente nell’Ue, in difesa dei diritti, contro ogni regime “fascismo compreso”. Un discorso lungo, in cui ha citato anche gli italiani all’estero e il loro ruolo nella promozione dell’Italia nel mondo.
È ancora con emozione che la premier ringrazia il Presidente Sergio Mattarella che “non ha voluto farmi mancare i suoi preziosi consigli” e al centrodestra che “dopo essersi affermato nelle urne, ha dato vita a questo Governo in uno dei lassi di tempo più brevi della storia repubblicana”, il “segno più tangibile” della coesione della maggioranza, che intende governare per cinque anni. Ringraziato Mario Draghi “che tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale ha in queste settimane offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegne veloce e sereno”, Meloni ha confidato il “peso” che sente in quanto prima donna a capo del Governo in questa Nazione: “quando mi soffermo sulla portata di questo fatto io mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho nei confronti di tutte quelle donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o, più banalmente, il diritto a vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani. Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del loro esempio la scala che oggi consente a me di salire e di rompere il pesante tetto di cristallo che sta sulle nostre teste”, ha aggiunto.
“Il mio ringraziamento, il più sentito, va ovviamente al popolo italiano”, che ha votato consentendo la nascita di “un Governo politico, pienamente rappresentativo della volontà popolare”.
Obiettivo del Governo è “liberare le migliori energie di questa Nazione e garantire agli italiani, a tutti gli italiani, un futuro maggiore di libertà, un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere e sicurezza”, ha detto ancora la Premier. “E se per farlo dovremo scontentare alcuni potentati o fare scelte che potrebbero non essere comprese nell’immediato da alcuni cittadini, non ci tireremo indietro, perché il coraggio di certo non ci difetta”.
“Negli ultimi giorni sono stati in parecchi, anche fuori dai nostri confini nazionali, a dire di voler vigilare sul nuovo Governo. Direi che possono spendere meglio il loro tempo” perché “in quest’Aula e nel nostro Parlamento ci sono valide e battagliere forze di opposizione, più che capaci di far sentire la propria voce, senza – mi auguro – alcun soccorso esterno”. Chi dall’estero “dice di voler vigilare sull’Italia non manca di rispetto a me o a questo Governo: manca di rispetto al popolo italiano, che non ha lezioni da prendere”.
L’Europa. Ringraziati i leader europei per i messaggi di auguri che le hanno indirizzato, Meloni ha affermato che il Governo sarà “dentro le istituzioni europee non per frenare o sabotare l’integrazione europea”, “ma per contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese”. Una Unione che non pensi solo “ai conti in regola” ma che sia “casa comune dei popoli europei e, come tale, deve essere in grado di fronteggiare le grandi sfide della nostra epoca, a partire da quelle che gli Stati membri difficilmente possono affrontare da soli”, a cominciare dalla crisi energetica. “Serve un’integrazione più efficace nell’affrontare le grandi sfide, nel rispetto di quel motto fondativo che recita “uniti nella diversità””, per questo il Governo “offrirà il suo contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato, a partire dal dibattito in corso sulla riforma del Patto di stabilità e crescita”.
L’Alleanza Atlantica. “L’Alleanza atlantica garantisce alle nostre democrazie un quadro di pace e sicurezza che troppo spesso diamo per scontato; è dovere dell’Italia contribuirvi pienamente, perché, ci piaccia o no, la libertà ha un costo e quel costo, per uno Stato, è la capacità che ha di difendersi e l’affidabilità che dimostra nel quadro delle alleanze di cui fa parte”, le parole della Premier, che ha confermato che l’Italia “continuerà a essere partner affidabile in seno all’Alleanza atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione russa, non soltanto perché non possiamo accettare la guerra di aggressione e la violazione dell’integrità territoriale di una nazione sovrana, ma anche perché è il modo migliore di difendere il nostro interesse nazionale”. “Sbaglia chi crede che sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra tranquillità”, ha aggiunto. “Cedere al ricatto di Putin sull’energia non risolverebbe il problema, lo aggraverebbe, aprendo la strada a ulteriori pretese e ricatti, con futuri aumenti dell’energia ancora maggiori di quelli che abbiamo conosciuto in questi mesi”.
L’economia. Riaffermata la necessità di aiutare famiglie e imprese alle prese con gli alti costi dell’energia e l’inflazione che erode il potere di acquisto dei cittadini, Meloni si è detta “convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, potrebbe uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima”, senza nascondere che “il contesto nel quale si troverà ad agire il Governo è molto complicato”, anche per le stime sulla crescita, riviste al ribasso dalla Banca centrale europea.
“Siamo dunque nel pieno di una tempesta”, ha detto Meloni, mettendo le mani avanti sulle prossime critiche di chi cercherà di “imputare al nuovo Governo le difficoltà che l’Italia affronta”.
Il Governo farà la sua parte per tranquillizzare i mercati e attirare investitori stranieri. “La strada per ridurre il debito non è la cieca austerità imposta negli anni passati e non sono neppure gli avventurismi finanziari più o meno creativi. La strada maestra, l’unica possibile, è la crescita economica, duratura e strutturale”, ha detto Meloni.
Il PNRR è “un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia: abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio”, assicurando che verranno “spesi al meglio” i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi concessi a prestito all’Italia dal Next Generation EU, “senza ritardi e senza sprechi”.
Il PNRR “non si deve intendere soltanto come un grande piano di spesa pubblica, ma come l’opportunità di compiere una vera svolta culturale: archiviare finalmente la logica dei bonus, per alcuni, utili spesso soprattutto alle campagne elettorali, in favore di investimenti di medio termine destinati al benessere dell’intera comunità nazionale; rimuovere tutti gli ostacoli che frenano la crescita economica e che da troppo tempo ci siamo rassegnati a considerare mali endemici dell’Italia, ma non lo sono”.
Le riforme. Per dare stabilità politica all’Italia c’è “bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale” che “consenta all’Italia di passare da una “democrazia interloquente” a una “democrazia decidente”. Vogliamo partire dall’ipotesi di un semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni” per “arrivare alla riforma migliore e più condivisa possibile”.
C’è poi l’autonomia differenziata – “in un quadro di coesione nazionale”, ha detto Meloni, citando la provincia di Bolzano e Roma Capitale e sostenendo la necessità di “dare nuova centralità ai nostri comuni” –
e la questione meridionale – affinchè “il Sud non più visto come un problema, ma come un’occasione di sviluppo per tutta la Nazione”.
Il Paese. L’Italia ha bisogno di più infrastrutture, di proteggere il territorio dai danni climatici e di una politica industriale, “puntando su quei settori nei quali può contare su un vantaggio competitivo”.
“Tornare a puntare sul valore strategico dell’italianità – ha detto ancora la Premier – vuol dire anche promuovere la lingua italiana all’estero e valorizzare il legame con le comunità italiane presenti in ogni parte del mondo che sono parte integrante della nostra”.
Il Governo darà sostegno alle imprese, che “chiedono soprattutto meno burocrazia, regole chiare e certe, risposte celeri e trasparenti”, e avvierà “un nuovo rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione”, da cui emergerà “un nuovo patto fiscale che poggerà su tre pilastri. Il primo: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità; una tregua fiscale; una serrata lotta all’evasione”.
E poi ancora: ridurre il cuneo fiscale e contributivo per diminuire il carico fiscale sul lavoro; aiutare gli autonomi, i pensionati, i poveri, ha aggiunto citando Papa Francesco; investire sulla formazione e sui giovani, sulla difesa dell’ambiente e sulla famiglia che il Governo intende “sostenere e tutelare” a partire dal sostegno alla natalità con l’aumento dell’assegno unico universale e l’aiuto alle giovani coppie per il mutuo per la prima casa.
I diritti. “La libertà è il fondamento di una vera società delle opportunità, è la libertà che deve guidare il nostro agire, libertà di essere, di fare, di produrre. Un Governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese”, ha assicurato la Premier. “Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea, nei quali da sempre mi riconosco e, dunque, anche qui, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici; per nessun regime, fascismo compreso, esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre”, ha aggiunto prima di ricordare e rivendicare il ruolo della “destra democratica italiana”.
Il Covid. L’Italia “ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche; nonostante questo, è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa decisamente non ha funzionato e, dunque, voglio dire, fin d’ora, che non replicheremo in nessun caso quel modello”, ha detto Meloni, anticipando l’avvio di un’indagine per accertare responsabilità.
Legalità e giustizia. “La legalità sarà la stella polare dell’azione di Governo”, ha sottolineato la Presidente del Consiglio, prima di ricordare di aver “iniziato a fare politica a 15 anni, come ormai molti sanno, all’indomani della strage di via D’Amelio, nella quale la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino”. “Affronteremo il cancro mafioso a testa alta”, ha assicurato, prima di osservare che “legalità vuol dire anche una giustizia che funzioni”. Il Governo quindi si occuperà anche di questa riforma, anche perché gli italiani hanno bisogno di “città sicure”, in cui si percepisca la presenza dello Stato.
Le migrazioni. Sul punto, Meloni ha evocato una “corretta gestione dei flussi migratori. Secondo un principio semplice: in Italia, come in qualsiasi altro Stato serio, non si entra illegalmente; si entra legalmente attraverso i decreti flussi”. Troppi i morti nel Mediterraneo: “questo Governo vuole perseguire una strada poco percorsa fino ad oggi: fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo”, dunque con il blocco navale o “se non volete che si parli di blocco navale, lo dico così” con il “recupero della proposta originaria della missione navale Sophia dell’Unione europea, che nella terza fase, prevista e mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal Nordafrica”. “Tutto quello che noi vogliamo fare in rapporto al tema dell’immigrazione è impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti”, ha aggiunto la Premier, sostenendo che la cosa “più importante” da fare è aiutare i Paesi affinchè i loro giovani non emigrino più.
Il Piano Mattei. “Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano che fu tra gli artefici della ricostruzione postbellica, capace di stringere accordi di reciproca convenienza con Nazioni di tutto il mondo. Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa”, ha proposto Meloni. “Un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione europea e Nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area subsahariana. E ci piacerebbe così recuperare finalmente, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il ruolo strategico che l’Italia ha nel Mediterraneo”.
Concludendo, Meloni ha ribadito che “non sarà una navigazione facile” per il suo Governo ma che lei ha intenzione di “stravolgere i pronostici” con l’aiuto dei suoi Ministri. “Alla fine di questa avventura, a me interesserà una cosa sola: sapere che abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare per dare agli italiani una Nazione migliore. A volte riusciremo, a volte falliremo, ma state certi che non indietreggeremo, non getteremo la spugna, non tradiremo”.
“Nel giorno in cui il nostro Governo ha giurato nelle mani del Capo dello Stato ricorreva la memoria liturgica di Giovanni Paolo II, un Pontefice, uno statista, un Santo che io ho avuto l’onore di conoscere personalmente. Mi ha insegnato una cosa fondamentale della quale io ho sempre fatto tesoro. “La libertà – diceva – non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve”. Io sono sempre stata una persona libera, sarò sempre una persona libera e, per questo, intendo fare esattamente quello che devo”, ha concluso la Premier tra i cori “Giorgia, Giorgia” dei deputati di maggioranza.
Le dichiarazioni di voto inizieranno nel pomeriggio. Poi la chiama, con i risultati del voto di fiducia – scontato – in serata. Domani il passaggio in Senato. (aise)