Il Governo unito per il Turismo delle Radici

ROMA\ aise\ – “C’è un’Italia fuori dall’Italia che è un patrimonio da valorizzare per migliorare lo sviluppo anche in Italia”. Ha preso il via con la sessione istituzionale e con le parole degli esponenti dell’esecutivo la presentazione del Progetto PNRR “Turismo delle Radici. Una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post COVID-19” svolta questa mattina alla Farnesina. Una presentazione che si è tenuta in una Sala Conferenze Internazionali colma di rappresentanti del mondo dell’emigrazione, parlamentari eletti all’estero compresi, e del mondo dell’accoglienza, del turismo e dell’istituzione.
A fare gli onori di casa, introdotto da Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’estero del MAECI che ha moderato la sessione, è stato Antonio Tajani, Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che in apertura ha immediatamente spiegato l’importanza per il Governo della crescita del turismo dell’Italia, un turismo che “guarda ai piccoli centri, che guarda ai tanti italiani nel mondo che possono tornare a scoprire le loro origini”.
Secondo il Ministro, per realizzare questo progetto è necessario “fare gioco di squadra. Dobbiamo darci una mano, tra noi e tra i rappresentanti dei borghi e i sindaci, perché il progetto punta a valorizzare il turismo non solo delle grandi città”.
Per il Ministro “è un progetto bello, che fa parte del grande mosaico della nostra politica estera. Anche perché i turisti delle radici sono anche ottimi ambasciatori dell’Italia nel mondo”. Proprio seguendo l’dea del gioco di squadra, Tajani ha voluto sottolineare l’importanza della presenza di tanti ministri: “lavorare insieme vuol dire riuscire in progetti più ambiziosi. E ognuno dei presenti oggi può portare il proprio contributo per arricchire il progetto e metterlo a sistema, cosa su cui contiamo molto. La politica estera – ha concluso – la facciamo tutti noi, non solo la politica”.
Dopo il titolare della Farnesina, è intervenuta la Ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Anche lei ha voluto in prima battuta sottolineare il senso dell’unità del governo sul progetto turismo delle radici: “qui vince una squadra e qui c’è una squadra forte che ci crede e che ne capisce l’importanza”.
Il turismo delle radici si rivolge infatti a circa 80 milioni di persone. “Italiani che hanno affetto verso la nostra nazione, che sono animati da sentimenti molto profondi ed emotivi. Vogliono conoscere la loro storia, ma anche visitare l’Italia”. La Ministra si è poi focalizzata sui numeri di un turismo sempre più importante: “prima della pandemia erano 10 milioni i turisti delle radici che arrivavano in Italia. Nel 2021 sono stati 6 milioni. Questi sono numeri importanti, anche perché non sono solo numeri ma anche elementi diversi: è destagionalizzato, rivitalizza produzioni agroalimentari e artigianali, molti vengono a sposarsi in Italia”.
“Il piano strategico che stiamo adottando riconosce un’importanza fondamentale per l’Italia”, ha aggiunto ancora la Ministra. “Bisogna avere un’ottica strategica, occuparsi professionalmente della comunicazione, organizzando poi un turismo con pacchetti specifici”. È anche necessario “organizzare piattaforme come strumento, e non solo vetrina. Per questo abbiamo fatto primo passo concreto – ha rivelato la Santanchè -: oggi verranno pubblicati i primi due volumi della guida al turismo delle Radici su Italia.it”.
Per concludere, Santanchè ha voluto sottolineare anche l’importanza dei 21 milioni che saranno adottati per “accrescere il livello professionale del turismo”, all’interno dei quali c’è anche l’intenzione di “costruire una scuola di alta formazione del turismo”. “Il futuro del turismo italiano non può prescindere dal turismo delle radici – ha concluso -. Non si può guardare al domani se prima non guardiamo alle radici.”
A seguire è intervenuto Giuseppe Valditara, Ministro dell’istruzione e del Merito, che ha parlato del grande beneficio che il sistema educativo può trarre dal gioco di squadra volto a valorizzare il Turismo delle Radici. E può farlo “facendo leva sulle capacità dell’istruzione italiana. Le scuole, grazie alla loro autonomia, possono dare grande contributo per capire l’identità del territorio. Non si può conoscere il presente senza una profonda visione del passato. Per questo guardiamo al mondo dell’emigrazione”.
Dopo l’istruzione, l’università e la ricerca, con la Ministra Anna Maria Bernini: “valorizzare l’italianità nel mondo è una cosa che facciamo da sempre – ha spiegato – . È il passato il primo viatico per costruire il futuro. E se facciamo un lavoro di squadra il successo ci raggiunge”. “Abbiamo diverse anime nel nostro ministero: università, che ha portato il mondo in Italia e l’Italia nel mondo; la ricerca, che in Italia è di altissimo livello e che all’estero parla italiano; e poi l’arte, la musica, che sono un detonatore di bellezza. E in queste anime abbiamo radici di eccellenza e avremo un futuro di eccellenza”.
Per concludere, Bernini ha parlato anche della “fuga di cervelli”, che a suo parere “non va frenata, ma implementata. Con l’obiettivo di farli poi tornare in Italia dandogli ragioni aldilà del patriottismo. Siamo pronti ad essere un canale di valorizzazione per il ritorno”, ha infine concluso.
Ultimo intervento affidato a Gianmarco Mazzi, Sottosegretario alla Cultura: “questo progetto ha il merito di investire sull’emigrazione italiana all’estero”, ha detto anche lui sottolineando l’importanza del lavoro comune da svolgere per il progetto. “Questi turisti viaggiano per realizzare un’esperienza e per noi sono una grande risorsa. Uno dei progetti – ha evidenziato – è quello di promuovere e digitalizzare i musei dell’emigrazione. Ed è un dovere del nostro paese coltivate questi spazi” perché “l’Italia fuori dall’Italia merita tutta la nostra attenzione”. (l.m.\aise)

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Redazione
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