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Il Governo unito per l’enogastronomia italiana
ROMA – Convivialità, sostenibilità e innovazione. Sono i tre fattori centrali della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2022, celebrata questa mattina alla Farnesina dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, spalleggiato da altri quatto Ministri del Governo Meloni. Una volontà, quella di essere presenti insieme all’evento giunto alla 7a edizione creato dal MAECI, che secondo Tajani, più che una “parata governativa”, rappresenta la dimostrazione di come l’esecutivo insediato in ottobre abbia “una visione complessiva di come deve essere l’Italia” e su cosa deve puntare per il futuro, ossia il Made in Italy, di cui l’enogastronomia è elemento fondante. Per questo, a coadiuvare Tajani, ci hanno pensato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la Ministra del Turismo, Daniela Santanchè.
A fare gli onori di casa ci ha pensato Lorenzo Angeloni, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI, che ha spiegato come siano state oltre 1200 le iniziative collegate alla Settimana della Cucina nel Mondo di quest’anno. Iniziative che hanno coinvolto più di 137 sedi nostrane all’estero tutte volte a creare sempre più “sinergie tra l’enogastronomia e le altre sfere per aumentare export e flussi turistici” e per continuare a sviluppare “l’armonia tra salute e società”. Un’armonia caratterizzata da “prodotti sostenibili” che sono al centro della “dieta mediterranea”.
Ma cucina, turismo, salute, agricoltura, export ed economia sono tutti temi collegati fra loro. Ed è quanto spiegato dal Ministro Tajani nel suo intervento: “sostenere la cucina italiana nel mondo significa dare un messaggio politico preciso: l’Italia deve essere protagonista nel mondo, deve essere in grado di esportare i suoi prodotti, deve essere in grado di saperli elaborare ma anche di saper esportare la sua immagine di cucina di qualità”. I cuochi, secondo il ministro, “devono essere una calamita per attirare turismo gastronomico in Italia”, così come la Dieta Mediterranea rappresenta “la miglior tutela della salute dell’uomo”. Per questo “in sede europea ho difeso tante volte la Dieta Mediterranea”. E l’ho fatto perché “credo che quel tipo di alimentazione sia fondamentale per migliorare la qualità e prolungare la vita delle persone”. Anche per questo, Tajani ha spiegato di voler “difendere la qualità del nostro prodotto contro il Nutri-Score” (sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare attraverso l’utilizzo di due scale correlate: una cromatica divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica comprendente le cinque lettere dalla A alla E). Secondo il titolare della Farnesina il Nutri-Score “è un colossale errore e parte di un attacco alla cucina mediterranea a danno per la salute del cittadino”. Il cittadino infatti “deve sapere cosa consuma, ma certi divieti sembrano fatti solo per favorire qualcuno contro altri”.
“Abbiamo produzioni di qualità, agricoltura e industria che si fondono insieme. E questo è uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese”, ha proseguito il Ministro degli Affari Esteri. La politica estera italiana passa infatti anche dai supermercati del mondo, dove ci sono tantissimi prodotti italiani. “Dietro i nostri prodotti di qualità c’è un’industria di qualità e c’è un Paese che ha una visione globale”. Per dare adito a questa visione, c’è la necessità, secondo Tajani, di lavorare insieme a tutto il Governo: “sarebbe sbagliato non farlo”. Nel cibo italiano c’è la politica della salute, la politica economica ed estera. “Il governo – ha assicurato – ha una visione strategica congiunta. Non c’è concorrenza sulle competenze, abbiamo la stessa visione”. “Quando il grande cuoco italiano va nel mondo, quella è politica estera. E dobbiamo investire su questo”. Tajani ha spiegato infine di essere già al lavoro per portare a termine missioni di crescita, per accompagnare imprese nel mondo e per favorire i nostri prodotti e investimenti. Anche perché “il nostro saper fare deve essere tutelato” e persistono delle difficoltà che vanno affrontate, come “l’Italian sounding”. “Tutti insieme siamo portatori di valori propri della nostra società”, ha detto il Ministro, senza dimenticare però l’importanza che possono ricoprire i 6 milioni di italiani all’estero: “la nostra qualità deve rafforzare anche la qualità europea” e possiamo farlo “anche attraverso i 6 milioni di italiani all’estero”. “L’Italia – ha chiuso – come protagonista positiva di pace e di dialogo fra esseri umani. E grazie a questi settori noi potremo dare il nostro contributo”.
Dopo Tajani, sono intervenuti gli altri Ministri presenti alla Farnesina, a partire da Lollobrigida che ha sottolineato come questo Governo sia in discontinuità rispetto ai precedenti, poiché “è molto unito”. Poi ha elogiato questo tipo di iniziative come la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, in quanto rappresentano una “diplomazia parallela”. “Abbiamo un lusso concesso da Dio – ha spiegato parlando del clima e dell’agricoltura italiana – che però oggi noi utilizziamo più per sopravvivere che per esaltarne capacità e caratteristiche”. “Noi vogliamo provare con quella che chiamiamo “sovranità alimentare” per mettere al centro la produzione di qualità attraverso il rispetto del lavoro della filiera”. E proprio parlando della produzione di qualità italiana, il Ministro Lollobrigida ha spiegato come i prodotti enogastronomici nostrani siano “i primi prodotti percepiti nel mondo”. E questo risulta importante anche per salute ed economia. “L’export italiano continua a crescere, l’anno scorso ha portato 50 miliardi e quest’anno si avvia a portarne 60. Ciò dimostra che c’è attenzione verso i nostri prodotti e dobbiamo continuare con questa offensiva”. Ma a un’offensiva corrisponde anche una difensiva, secondo Lollobrigida: “dobbiamo lottare contro il Nutri-Score. Noi non pensiamo che possa essere un “semaforino” a fermare le potenzialità benefiche di un modello che abbiamo conosciuto”. “Non possiamo arrenderci a una politica che fa supporre che ci siano interessi che vadano a beneficio di un Paese e contro un altro. Ci opporremo al Nutri-Score. Così come contrasteremo l’Italian sounding e i cibi sintetici”.
Parlando di Salute, è intervenuto il Ministro Schillaci, che ha subito messo in chiaro come il Ministero della Salute abbia “un’attenzione costante verso una sana ed equilibrata nutrizione”. Per questo “saluto e partecipo in modo convinto a questa iniziativa”. Per la sanità pubblica “appare fondamentale attualizzare ed evolvere le politiche agroalimentari”. E per farlo, il Ministro Schillaci evidenzia l’importanza della comunicazione: “servono strategie che facciano leva sugli effetti nutrizionali di una dieta equilibrata. L’Italia gode di una posizione di vantaggio in questo ambito. Le nostre produzioni assicurano qualità e garantiscono criteri etici e ambientali”. La dieta mediterranea infatti garantisce un “miglior profilo nutrizionale”, ma negli ultimi anni si è abbandonato un regime dietetico mediterraneo, e ciò “ha contribuito all’aumento dell’obesità”, che è un “fattore di rischio”. Serve dunque una maggiore “consapevolezza”. Così come è necessario “educare e formare sulle qualità della dieta mediterranea”. Per raggiungere dunque uno stile di vita sano, “serve una strategia internazionale”. Con la Farnesina, “il Ministero della Salute sta portando avanti un progetto per la creazione di osservatori sulla Dieta Mediterranea alla FAO, per difendere le diete salutari”.
Anche il Ministro Schillaci ha poi voluto rimarcare la diffidenza riguardo il Nutri-Score: “bisogna fornire informazioni ai consumatori corrette e neutrali, non deve essere piegato alle logiche del marketing”. Dunque, l’impegno del Ministero della Salute si muoverà in 3 direzioni: “valorizzazione della dieta mediterranea, valorizzazione delle esportazioni alimentari italiane e lotta all’etichettatura sbagliata”.
Altro tassello fondamentale che il cibo rappresenta per il nostro Paese riguarda il turismo, poiché il 17% dei turisti che viene nella nostra penisola sceglie il suo itinerario di viaggio in base alle varie offerte culinarie. A rivelarlo e a sottolinearlo è stata la Ministra Santanché nel suo intervento: la Settimana della Cucina nel Mondo è “una vetrina fondamentale perché esportiamo una delle nostre eccellenze. Dobbiamo esserne orgogliosi” così come dobbiamo essere “consapevoli di essere i più bravi. Noi italiani spesso non abbiamo questi due elementi, e invece dobbiamo affermarlo di più e meglio. La passione – secondo la Ministra – dà forza ai nostri progetti, quindi crediamoci”. Anche la Ministra al Turismo ha rimarcato l’importanza di avere una visione unica all’interno del Governo e di essere una team: “anche il migliore da solo non vince, ci vuole una squadra”. E per questo “serve una strategia comune”. “Io credo veramente nella cucina italiana e nel cibo, perché il cibo è una meta di turismo”. E poi, dal canto del turismo, ha voluto ricordare anche come il “92% delle eccellenze nostrane vengono fatte nei piccoli borghi”, cosa che può portare una serie di vantaggi per il nostro Paese. È “un dato confortante” secondo la Ministra Santaché. “Sono sicura che il turismo diventerà la prima azienda del nostro Paese, la strada è tracciata”.
A concludere gli interventi istituzionali è stato il Ministro Urso: “la cucina italiana è la carta da visita dello stile italiano e un’espressione delle nostre capacità agroalimentari. Ma è anche espressione di un modo sano di vivere”. Per il “Made in Italy (con la “M” maiuscola) è un marchio di eccellenza, tanto più nell’epoca della de-globalizzazione nella filiera produttiva e alimentare”. “Sono consapevole del valore della cucina italiana. Credo che si possa fare di meglio e presentarsi come una squadra di governo fa rendere più consapevoli della nostra forza”.
A seguire, è andata in scena la tavola rotonda, dal titolo “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del pianeta”. All’incontro, moderato da Maddalena Fossati Dondero, direttrice de “La Cucina Italiana”, hanno preso parti esponenti da tutto il mondo, oltre che i rappresentanti dell’ICE e dell’Enit.