Il leader di Hamas ucciso in un attacco a Teheran: accuse a Israele

 Ismail Haniyeh, leader di Hamas, organizzazione politica palestinese, è stato ucciso oggi, 31 luglio, in un attacco a Teheran, in Iran. Lo ha annunciato il movimento islamista palestinese, accusando Israele dell’omicidio.
Haniyeh, 60 anni, risiedeva a Doha, in Qatar, ma il 30 luglio era in Iran per partecipare alla cerimonia d’insediamento del presidente Massoud Pezeshkian a Teheran.
“Nostro fratello, il leader, il mujahid Ismail Haniyeh, capo del movimento, è morto in un attacco sionista nella sua residenza a Teheran, dopo aver partecipato all’insediamento del nuovo presidente iraniano Massoud Pezeshkian”, ha scritto Hamas in un comunicato.
Le Guardie della rivoluzione islamica hanno dichiarato che “la residenza di Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas, è stata colpita a Teheran e lui e una delle sue guardie del corpo sono stati martirizzati”. Nel comunicato hanno annunciato l’apertura di un’indagine. L’esercito israeliano, che nella notte ha bombardato anche Beirut causato 3 morti  (di cui due bambini) e 68 feriti, al momento ha rifiutato di commentare.
In una dichiarazione il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, ha condannato il “vile assassinio” del leader politico di Hamas. Mentre Moussa Abu Marzuk, un funzionario dell’ufficio politico di Hamas, ha dichiarato che questo “atto vile non resterà senza risposta”.
Mentre l’ala militare di Hamas a Gaza ha dichiarato che l’uccisione del capo politico della fazione Ismail Haniyeh a Teheran “porterà la battaglia a nuove dimensioni” e avrà “enormi conseguenze in tutta la regione”.
Ismail Haniyeh, con Hamas dal 1987, nel 2006 era diventato primo ministro dell’Autorità palestinese in seguito alla vittoria a sorpresa del suo movimento alle elezioni legislative. Era stato eletto capo dell’ufficio politico di Hamas nel 2017, prendendo il posto di Khaled Meshal, e viveva in esilio volontario in Qatar.
Nella sua offensiva militare a Gaza, l’esercito israeliano ha ucciso diversi familiari di Ismail Haniyeh, tra cui tre dei suoi figli e quattro nipoti. All’inizio di luglio l’esercito aveva dichiarato che “sempre più segnali” suggerivano che il capo dell’ala armata di Hamas, Mohammed Deif, era stato ucciso in un attacco compiuto nella Striscia di Gaza. Ma non c’è alcuna conferma della sua morte.
L’Iran non riconosce lo stato di Israele e ha fatto del sostegno alla causa palestinese un elemento centrale della sua politica estera, fin dalla rivoluzione islamica del 1979.
Il 30 luglio, nel suo discorso inaugurale, il presidente Masoud Pezeshkian ha denunciato i “crimini” di Israele nel territorio palestinese. “Chi fornisce le armi che uccidono i bambini a Gaza non può dare lezioni di umanità e tolleranza agli altri”, ha dichiarato, riferendosi agli Stati Uniti, alleati di Israele.
Intanto, Russia, Giordania, Egitto, Qatar e Turchia hanno condannato l’attacco a Teheran, con la Russia che lo ha definito un omicidio politico e la Turchia un attacco aperto. (aise) 

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Redazione
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