Continua a seguirci su NanoTV per rimanere aggiornato sulle notizie dall'Italia!
Il Turismo delle Radici che rilancia l’Italia
ROMA\ aise\ – Dopo la volontà manifestata dagli esponenti dell’esecutivo di muoversi nella stessa direzione investendo in modo unitario sul turismo delle radici (espresso nel panel di apertura dai Ministri Tajani, Santanché, Valditara, Bernini e del sottosegretario Mazzi), i lavori di lancio del progetto PNRR “Turismo delle Radici – Una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post Covid-19” sono proseguiti con le altre 4 sessioni tematiche. Prima si sono ascoltate le parole dei rappresentanti di enti ed associazioni che collaborano attivamente alla realizzazione del progetto, poi quelle dei Sindaci provenienti da tutta Italia, sud, centro, nord e isole, e infine quelle della ricerca specializzata nell’emigrazione e quelle del mondo della comunicazione focalizzata sugli italiani all’estero. In chiusura, la chiosa del Direttore Generale degli Italiani all’Estero del MAECI, Luigi Maria Vignali, che ha coordinatori i lavori.
Primo panel dedicato dunque ai viaggi delle radici per la ripresa del turismo nell’Italia post-covid-19. Tra gli ospiti della sessione moderata da Stefano Polli, vicedirettore dell’ANSA, ha preso parola Giorgio Silli, Sottosegretario agli Affari Esteri, che ha sottolineato come questo sia un “progetto win-win”, ossia che le ricadute sono tutte positive. E lo è perché, oltre a rivolgersi a una vastissima platea, quella degli italo-discendenti, “ci permette di creare flussi tra le comunità di italiani all’estero e i piccoli comuni in Italia”. Un flusso che genera un contorno tutto positivo. Il sottosegretario Silli ha voluto però precisare una questione, ossia che “gli italiani all’estero sono molto diversi tra loro”. Quelli d’Europa e quelli delle Americhe, secondo la sua esperienza, sono distanti tra loro, e non solo geograficamente. E in questo senso, secondo l’esponente governativo “questo progetto può servire anche come armonizzatore delle caratteristiche diverse delle comunità di italiani all’estero”. “È chiaro che è un lavoro grande – ha spiegato in conclusione – e che non possiamo farlo da soli, né come MAECI né come Governo”. È per questo che Silli ha voluto ribadire l’importanza fondamentale “dell’apporto di tutti gli attori che partecipano all’iniziativa. Dobbiamo essere complementari”, ha concluso.
Oltre a lui, nel primo panel hanno preso parola anche i rappresentanti dell’ENIT, di Unioncamere e dell’ASMEF. Ivana Jelenic, AD di ENIT, ha rivelato una prospettiva ottimistica per il futuro del turismo in Italia, che potrebbero superare i livelli pre-pandemici. E in questa visione ottimistica rientra anche il turismo delle radici, che è un fenomeno “molto variegato” che va studiato e inteso in maniera diversa, in particolar modo differenziando le tipologie di emigranti: prima o seconda generazione, con passaporto o meno, in base alla distanza di tempo della partenza e in base alla meta di arrivo. Dunque, secondo Jelenic è necessario capire le tendenze dei turisti delle radici seguendo due strade: “da un lato la comunicazione e la sensibilizzazione per italiani all’estero, risvegliando e stimolando rievocando le proprie radici; dall’altro lato sensibilizzando gli operatori del turismo. I viaggiatori stranieri hanno infatti sempre bisogno di operatori specializzati che possano creare servizi e prodotti specifici”. Questo è inteso a cercare di rendere possibile rispondere a queste domande: “vuoi andare a scoprire dove i tuoi avi vivevano? Vuoi vedere la loro casa? Vuoi riscoprire la tua storia personale?”. E le risposte a queste domande diventano “un’opportunità economica per l’Italia” che deve “mettere in campo tutte le sue eccellenze” per soddisfare i fruitori. “ENIT è pronta a cooperare attraverso la sua struttura radicata in Italia e nel mondo”.
Anche Unioncamere, con il suo rappresentante Paolo Bulleri, ha ribadito l’importanza del “fare squadra”, evidenziando la disponibilità a contribuire con le sue “due anime”: nello Stivale e all’estero con le CCIE. Queste ultime sono “vere e propri facilitatrici dell’italianità all’estero”, così come i ristoranti italiani certificati nel mondo “possono rappresentare un canale attraverso il quale fare arrivare la comunicazione di questo tipo di progettualità che stiamo mettendo in pista”.
E infine ha parlato anche Salvo Iavarone dell’Associazione ASMEF, il quale ha sottolineato l’importanza dell’associazionismo per il futuro di questo progetto, “soprattutto se potrà interagire con le istituzioni”, avvicinando i giovani e creando “un volano per lo sviluppo di progetti e di occupazione”. Questo perché “l’emigrazione coniugata con i borghi può avere risvolti importanti” per l’Italia e per gli italiani all’estero.
Si è passato poi velocemente alla seconda sessione, quella dedicata all’impatto del turismo delle radici sui piccoli comuni. Nell’evento hanno potuto prendere parola Gianluigi Tombolini, Sindaco di Numana, che ha discusso con 4 Sindaci rappresentanti dei borghi d’Italia nel suo complesso, da nord al sud passando per centro e isole, che hanno parlato a nome dei circa 600 borghi che hanno aderito al progetto. Tutti e 5 i rappresentanti, assieme anche a Luca Pastorino dell’ANCI, hanno convenuto sul fatto che i piccoli borghi sono “quelli che hanno subìto lo spopolamento” ma sono anche quelli che “possono mettere in atto immediatamente delle azioni concrete” a favore di questo. Per questo “sarà importante lavorare con il MAECI prima della chiusura del 2023 e prima dell’Anno delle Radici (2024)”, perché “è una grande opportunità, di visibilità e non solo, creando azioni specifiche e simboliche, come accessi a teatri o musei e con ospitalità. Ci sono tante opportunità e dobbiamo lavorare per fare la differenza, trovando minuziosamente gli aspetti dell’italiano che si è trasferito all’estero”. Per farlo è importante, secondo Luca Pastorino, “l’interlocuzione che avremo con le istituzioni”. L’esponente dell’ANCI, così come gli altri primi cittadini presenti, si sono detti soddisfatti dell’incontro odierno, anche e soprattutto perché non sempre si sono trovati in questa situazione di cooperazione. “Ci sentiamo più protagonisti”, hanno spiegato, rilevando i tre fattori fondamentali che comporta il progetto: “efficienza, accoglienza e professionalità”. A tal ragione “occorre dare continuità a questo percorso con una strategia e con un traguardo a cui tutti dobbiamo ambire”.
Si è poi discusso dello studio e della ricerca sul turismo delle radici, in una sessione moderata da Marina Gabrielli, coautrice e coordinatrice nazionale del progetto PNRR “Turismo delle radici” del MAECI, durante il quale è stato presentato il volume “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia” e durante il quale hanno preso parola Riccardo Giumelli, Docente Università di Verona e Università di Mar del Plata, Argentina, Delfina Licata, Curatrice Rapporto Italiani nel Mondo, Fondazione Migrantes, e Giuseppe Sommario, Ricercatore Università Cattolica di Milano nonché curatore del saggio presentato.
Le ricerche, hanno spiegato, stanno lavorando da anni cercando di trovare più dettagliatamente possibile il modo di identificare i turisti delle radici, cercando di spiegare le motivazioni del viaggio di andata e di quello di ritorno. Durante la sessione si è dunque potuto accennare alla storia emigrante dell’Italia, alla fuga e all’attesa, al “sentimento della “ritornanza” che nasce alla vigilia della partenza per emigrare”, come spiegato da Giuseppe Sommario.
Infine si è svolto l’ultimo panel “Comunicare il turismo delle radici”, moderato da Edoardo Colombo, esperto di innovazione e comunicazione, al quale hanno preso parte Sabrina Talarico, Presidente del GIST, Umberto Mucci, del portale We the Italians, Gualtiero Carraro, AD di Carraro-lab, e Fabrizio Ferragni, Direttore di Rai Italia. Dunque, si è parlato di un’informazione su carta stampata, su web, su digitale e su televisione. “Cercheremo di fare riscoprire l’Italia che un tempo veniva chiamata erroneamente “minore”, che è invece “l’Italia diffusa”. Il vostro obiettivo è anche il nostro”, ha spiegato Talarico. Il suo intervento è stato poi ripreso anche dagli altri esponenti. Tutti si sono detti pronti a mettere a disposizione le loro capacità e i loro canali per aumentare l’audience e arrivare a più italo-discendenti possibile.
Ha concluso i lavori infine il DG Vignali, che si è detto soddisfatto della giornata di lavori e del lancio del progetto: “quello odierno è un rilancio importante fra amministrazioni coinvolte, 5 Ministeri, più di 600 comuni e tanti enti pubblici e privati che sono qui oggi. Tutti insieme, da questo momento di passaggio, dobbiamo partire con le iniziative che già quest’anno verranno avviate e che dovrebbero sfociare nell’anno del Turismo delle Radici 2024. C’è da rimboccarsi le maniche – ha aggiunto -. Noi ci ritroveremo nel tavolo tecnico e nella cabina di regia del tavolo tecnico. Ci incontreremo ancora per continuate a coinvolgere tutti”. (l.m.\aise)