ITALIA: Il dovere di avere coraggio. Eurispes presenta il 35° Rapporto Italia

ROMA- L’Eurispes, Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali fondato e presieduto da Gian Maria Fara, è un ente privato e opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale, dal 1982.

Dal 1986 l’Istituto è iscritto all’Anagrafe Nazionale degli enti di ricerca del MIUR.

Nei suoi 40 anni di attività l’Eurispes ha realizzato centinaia di ricerche. Racconta l’Italia attraverso il Rapporto Italia, giunto alla 34a edizione.

“Non siamo in tempi ordinari. Questo è il punto fondamentale sul quale dovremmo misurare sia le nostre capacità di comprendere il tempo che stiamo vivendo e di intervenire nelle situazioni in cui operiamo normalmente, sia le nostre aspettative, individuali e collettive”. Così il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, che oggi ha presentato a Roma il 35° Rapporto Italia. Come sempre, il Rapporto ruota attorno a 6 capitoli, ciascuno dei quali offre una lettura dicotomica della realtà esaminata. Ogni capitolo è illustrato attraverso 6 saggi e 60 schede fenomenologiche. Le dicotomie tematiche individuate quest’anno sono: Stato/Mercato • Merito/Obbligo • Diritti/Doveri • Responsabilità/Irresponsabilità • Sicurezza/Insicurezza • Otium/Negotium.
“La straordinarietà del tempo attuale si misura con il fatto che eventi considerati imprevedibili, incredibili stanno diventando un elemento di normalità nelle nostre vite, sono valutati e vissuti come se fossero eventi e processi non destinati a modificare nel profondo gli assetti e le dinamiche delle nostre società e le nostre vite personali”, annota Fara. “I processi di cambiamento geopolitici e geoeconomici – prosegue il Presidente dell’Eurispes – si combinano oggi con gli elementi relativi ai grandi fenomeni e processi di cambiamento in atto da tempo a livello globale e su cui abbiamo già richiamato l’attenzione in passato. Ci riferiamo ai “megatrend”, i grandi processi legati, ad esempio, alla rivoluzione digitale, agli andamenti demografici, ai cambiamenti climatici, ai flussi migratori, alle disuguaglianze economiche, agli squilibri sociali diffusi”.
“Il dato essenziale sul quale riflettere – sottolinea – è che l’insieme dei ritardi e delle inadempienze per affrontare questi cambiamenti segna una scarsa consapevolezza della portata dei “giganti” da combattere”.
Il Governo “oggi è chiamato a far funzionare l’Italia, non solo ad esercitare il diritto di guidare il Paese che gli è stato affidato con le elezioni: ha, insieme, il dovere di far funzionare un intero apparato. In questo quadro, più che abbandonarsi ad inutili polemiche, se si vogliono affrontare i veri problemi del Paese occorre recuperare un costruttivo confronto tra maggioranza e opposizione superando la logica del conflitto ad ogni costo. Insomma, occorre finalmente passare dal “contro” al “per”. Un orientamento che, a nostro avviso, richiede il “dovere di avere coraggio”. E ciò significa trovare il coraggio di fare scelte anche impopolari” di “rompere con il passato e abbandonare quelle logiche consolidate che frenano l’intero sistema” e “di accompagnare le riforme verso una definitiva conclusione e rimettere così in moto il Paese”.
I DATI DEL RAPPORTO
Stando ai dati rilevati dell’indagine dell’Eurispes per il 2023, il 53,8% dei cittadini indica che l’andamento della economica del Paese nel corso dell’ultimo anno è peggiorato. La pandemia ha portato pessimismo: fino al 2020 prevaleva infatti l’opinione secondo cui la situazione fosse sostanzialmente stabile. Poco ottimismo anche se si pensa al futuro economico dell’Italia nei prossimi 12 mesi, pure se molti sperano nella stabilità: secondo il 31,2% degli italiani la situazione resterà stabile, mentre per circa il 30% peggiorerà, solo per l’8,5% ci sarà un miglioramento e ben il 30,2% non sa o non risponde. Nonostante la percezione di un peggioramento della situazione economica del Paese, il 42% dei cittadini afferma che la propria situazione economica personale/familiare negli ultimi 12 mesi è rimasta stabile.
La spesa che più spesso mette in difficoltà le famiglie è il pagamento del canone d’affitto (48,4%), seguita dalle bollette e utenze (37,9%; +3,5% rispetto al 2022) e dalla rata del mutuo (37,5%), mentre tre italiani su dieci hanno difficoltà a pagare le spese mediche (30,1%; +5,6%). Sul fronte del risparmio solo circa un italiano su quattro afferma di riuscire a risparmiare (24,6%) e il 38,9% delle famiglie è costretta ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese. Nelle difficoltà economiche la famiglia d’origine funziona ancora da ammortizzatore sociale (36,8%). Cresce il ricorso alla rateizzazione dei pagamenti per affrontare l’acquisto di nuovi beni (45,8%), il 16,3% ha scelto piattaforme on line che offrono servizi finanziari senza interessi (ad es. Klarna, Scalapay, ecc.). Il bisogno di risparmiare ha invece spinto il 29,5% degli italiani a pagare in nero alcuni servizi come ripetizioni, riparazioni, baby sitter, medici, pulizie, ecc., il 28,6% ha dovuto rinunciare alla baby sitter e il 28% al/alla badante.
Il 17,4% dei cittadini intervistati ha avuto bisogno di ricorrere a prestiti bancari o a finanziarie negli ultimi 3 anni soprattutto per l’acquisto della casa (37,4%) e dell’auto/moto (36,3%). Solo il 22,8% pensa di poter risparmiare nei prossimi 12 mesi.
AUMENTANO I PREZZI
La maggioranza degli italiani (75,1%), nel corso dell’ultimo anno, ha visto aumentare i prezzi in Italia. Gli aumenti più significativi si riscontrano per le bollette, i generi alimentari e la benzina (con oltre il 90% delle indicazioni). Nell’ultimo anno sono state ridotte le spese per i regali (69,6%); acquistati più prodotti in saldo (64,6%), vestiti in punti vendita più economici (61%), prodotti alimentari nei discount (56,2%); molti hanno cambiato marca di un prodotto alimentare se più conveniente (64%).
TROPPO LAVORO E POCO SPAZIO PER SE STESSI E PER LA FAMIGLIA
Carichi troppo pesanti di lavoro (44,3%) e mancanza di tempo per se stessi (39,2%) sono i disagi più diffusi tra i lavoratori. Seguono: rapporti conflittuali con i superiori (34,9%), difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia (34,3%), negli spostamenti casa-lavoro (33,6%), assenza di stimoli professionali (31,2%); mentre circa il 30% lamenta rapporti conflittuali con i colleghi oppure malessere psicofisico associato al lavoro. Il 27,4% soffre l’insicurezza del posto di lavoro, il 26,2% ritiene che i propri diritti siano scarsamente tutelati e circa il 26% è preoccupato dalla precarietà del contratto; quasi un quarto (23,6%) sperimenta l’irregolarità nei pagamenti.
Nell’ultimo anno alcuni hanno svolto un doppio lavoro (32,9%), hanno lavorato senza contratto (20,1%), hanno svolto un lavoro meno qualificato rispetto alle proprie competenze (23,6%) o un lavoro notturno (15%). Ben il 35,6% ha lavorato da casa.
Tra chi ha abbandonato il lavoro e chi ha pensato di farlo, emerge che questo è avvenuto a causa delle mancate retribuzioni (24,4%), perché vittima di mobbing (26,7%), per mancanza di un contratto (21,2%), per aver subìto molestie sessuali (12,6%).
LE RIFORME
Il 51,9% degli italiani vuole l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e caldeggia l’autonomia delle Regioni (56,1%). Per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica si dicono favorevoli poco meno della metà degli italiani (48,3%). Il giudizio sulle grandi questioni aperte negli affari interni ed esteri del Paese fa emergere un diffuso scetticismo. In media, ad indicare un giudizio positivo sulle tematiche sottoposte è un terzo del campione.
LA FIDUCIA DELLE ISTITUZIONI
Secondo i dati raccolti, il Presidente della Repubblica raccoglie la fiducia espressa dalla maggior parte dei cittadini (52,2%). L’attuale Governo raccoglie un terzo (34,3%) dei fiduciosi. La Magistratura è al 41% dei consensi, il Parlamento al 30%, i Presidenti di Regione al 34,8%. Si dicono fiduciosi nella Guardia di Finanza il 55% circa dei cittadini, il 52,8% ha fiducia nella Polizia di Stato, il 52,7% nell’Arma dei Carabinieri. Oltre sei cittadini su 10 accordano la propria fiducia al nostro Esercito (64,3%), all’Aeronautica Militare (64%) e alla Marina Militare (67,5%). Sempre nell’àmbito della Difesa, la Guardia Costiera raccoglie il 65,1% dei consensi. I Vigili del Fuoco arrivano al 77,8% dei consensi. La Polizia penitenziaria è al 53,4% e la Polizia locale al 53,2%. Per quanto riguarda i nostri servizi di Intelligence la fiducia si attesta al 55,5%.
Tra le altre realtà istituzionali considerate si registrano i seguenti risultati: Scuola, 62,4%; Protezione civile, 69,9%; Sistema sanitario nazionale, 55,8%; Università, 64,9%; Volontariato, 60,6%; Chiesa 50,4%. Su dati inferiori si posizionano: Sindacati, 43,1%; altre Confessioni religiose, 38%; Associazioni dei consumatori, 46%; Pubblica amministrazione, 39,6%; Associazioni che rappresentano gli imprenditori, 39%; Partiti, 32,5%.
LE DONNE IN POLITICA
La maggioranza degli italiani (72,6%) ritiene che la presenza delle donne in politica non sia adeguata, dal punto di vista quantitativo e/o qualitativo: il 36% dichiara in particolare che le donne sono troppo poche e che raramente ricoprono ruoli chiave, mentre il 36,6% ritiene il numero di donne adeguato, ma rileva che raramente riescono a raggiungere ruoli di alto profilo. Solo il 21,2%, ritiene invece la presenza delle donne adeguata sia per numero che per ruolo e appena il 6,2% la reputa eccessiva a livello istituzionale.
I TEMI ETICI
Dall’indagine sui temi etici emerge che il 67,9% degli italiani è favorevole all’eutanasia (-7% rispetto al 2022), il 68,8% sostiene il testamento biologico (erano il 69,3% lo scorso anno). Rispetto alla possibilità di ricorrere al suicidio assistito gli italiani a favore rappresentano il 50% (erano il 41,9% nel 2022; 42,4% nel 2021; 45,4% nel 2020 e soltanto il 39,4% nel 2019).
La tutela giuridica alle coppie di fatto indipendentemente dal sesso vede favorevole il 64,1% degli italiani, mentre la possibilità di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso raccoglie il 59,2% delle indicazioni favorevoli e la tutela giuridica delle coppie di fatto trova d’accordo il 64,1% dei cittadini. Nel 2019 ad essere a favore dell’adozione dei bambini anche per le coppie omosessuali erano il 31,1% degli italiani, oggi sono il 50,4%.
Meno di 4 italiani su 10 sono invece d’accordo (38,1%) con la possibilità di cambiare sesso tramite autodichiarazione, anche senza certificazione medica. Sul riconoscimento delle identità di genere che non si rispecchiano nel maschile e nel femminile appare esserci invece maggiore consenso, anche se raggiunge in ogni caso meno della metà del campione (48,9%). L’adozione di bambini anche per i single è un tema che mette d’accordo poco più della metà degli italiani (56,3%).
Il 58% degli italiani si dichiara a favore della fecondazione eterologa, in aumento rispetto al 2022 (56,9%); poco meno di 4 italiani su 10 si dichiarano invece a favore della maternità surrogata (39,5%). Per quanto riguarda la legalizzazione delle droghe leggere, meno della metà degli italiani si dichiara a favore (47,9%); un dato simile si rileva per la legalizzazione della prostituzione (45,7% dei cittadini favorevoli).
Nel 2023 la vivisezione non è accettabile per quasi 8 italiani su 10 (76,9%), così come l’uso delle pellicce (73,9%) e la presenza degli animali nei circhi (75,6%). Netto anche il rifiuto per la caccia (69%) anche se il dato è in calo rispetto allo scorso anno (76,1%).
L’allevamento intensivo per uso alimentare rappresenta un altro di quei temi rispetto ai quali gli italiani hanno sviluppato grande attenzione e sensibilità: a dichiararsi contrario è il 72,7%degli italiani.
I SOCIAL NETWORK
I Social network più utilizzati sono WhatsApp (73,9%), Facebook (67,5%), Telegram (34,4%) e Twitter (25,9%). Per quanto riguarda, invece, le piattaforme di condivisione multimediale, il primato è di YouTube (59,2%), seguito da Instagram (46,8%) e TikTok (26,5%). Il 23,2% degli italiani riferisce di usare Linkedin, un social molto legato alla professione e al lavoro. Sono di meno i fan di Pinterest (18,4%) e di Snapchat (11,7%). Tinder, Meetic, Badoo, ecc., interessano il 10% dei rispondenti, e una quota simile si collega su Onlyfans (9,7%).
Sono tre i motivi che portano le persone a scegliere di iscriversi a uno o più Social network: passare il tempo (23,5%), mantenere i contatti con i propri amici (21,4%), tenersi informati su argomenti ed eventi di proprio interesse (18,1%).
È stata rilevata una buona consapevolezza dei rischi connessi all’uso dei Social: nel 69% dei casi si ritiene possano incidere negativamente sulle interazioni sociali, il 66,6% dei rispondenti solleva la questione della dipendenza digitale, il 68,8% mette l’accento sul fatto che i Social contribuiscono alla diffusione delle fake news e il 66,3% li ritiene pericolosi per la privacy. Un’altra questione preoccupante riguarda la navigazione in anonimato, che può incoraggiare comportamenti aggressivi, offensivi e intimidatori (66,9%). Infine, per gli italiani l’uso dei Social: è utile per il lavoro (64%); favorisce atteggiamenti razzisti e discriminatori (63,4%); deve essere regolamentato e sottoposto a maggiori controlli (56,2%); deve essere consentito solo ai maggiorenni (51%); stimola la creatività (47,8%). Per il 45,8% deve essere invece completamente libero e senza censure.
A che età il telefonino? Il 34,8% degli italiani concorda sul fatto che i ragazzi debbano ricevere uno smartphone il più tardi possibile. Per il 22,6% invece il range di età adatto per fornire uno smartphone è quello compreso tra i 14 ed i 15 anni, mentre il 16,6% dai 16 anni. L’indagine ha registrato un aumento dell’utilizzo del telefono a letto, al risveglio o prima di dormire (73,3% rispetto al 59,2% nel 2018). Anche l’uso del telefono a tavola è oggi ancora più diffuso, sia quando si è da soli (dal 58,2% del 2018 al 64,4% del 2023) sia quando si è in compagnia (dal 31,6% del 2018 al 33,9% del 2023). Cresce inoltre il numero delle persone che utilizzano il telefono quando si trovano ferme ai semafori (dal 30,6% al 32,7%), o alla guida (dal 23% al 28%). In molti continuano a usare il telefono camminando (dal 54,3% nel 2018 al 55,1% nel 2023).
CRESCERE UNA FAMIGLIA
Come genitori si rinuncia soprattutto a coltivare i propri interessi e svaghi (52,5%), si fanno rinunce di tipo economico (51,7%) e si sacrifica il tempo con gli amici (51,2%). Vengono penalizzati anche la cura personale (50,8%) e il rapporto di coppia (50,1%).
Ben oltre la metà dei genitori (84,8%) sente di aver incoraggiato i propri figli ad avere un rapporto aperto e basato sulla condivisione di sentimenti ed emozioni; ma non manca chi, il 67,9%, ha stabilito un rapporto autoritario, con regole chiare e definite da rispettare e chi (62,3%) afferma di utilizzare il mezzo della punizione per far rispettare le regole, laddove necessario.
I genitori (68,6%) desiderano che i propri figli raggiungano traguardi che loro stessi non hanno potuto raggiungere. La maggior parte dei genitori (72,4%) ha affermato di non essere intervenuto, in difesa del proprio figlio, con un insegnante per un provvedimento o un comportamento ritenuto ingiusto, né di aver preso provvedimenti in difesa del proprio figlio con un compagno di scuola che lo infastidiva (69,5%), o di aver protestato per un voto ritenuto ingiusto (67%).
Con la nascita del proprio figlio, alcuni indicano di essere stati travolti dall’ondata emotiva che caratterizza il periodo iniziale, generando tensione e nervosismo nella coppia (43,3%). Allo stesso modo, si evidenzia anche un 40,1% di genitori che hanno avuto difficoltà a coltivare il rapporto di coppia. Le madri (32,6%) più dei padri (27,7%) ammettono che la depressione post partum si è presentata dopo la nascita dei figli.
I SINGLE
Più di trent’anni fa, l’Eurispes decideva di realizzare una ricerca per tracciare l’identikit del single: si trattava di un individuo metropolitano, carrierista, spendaccione, amante dell’avventura e dei viaggi, narciso, insonne, stressato. Quasi sempre uomini e donne sui trenta/quarant’anni, ad alta scolarizzazione, di reddito medio o medio-alto, impegnati in professioni libere o nei servizi, in attività di notevole impegno. I single italiani sono stati osservati di nuovo nell’indagine 2023. Essere single è una scelta personale per più di un terzo dei single (37,1%) ma per molti (62,9%) rimane una scelta obbligata da altri fattori.
La maggioranza (58,9%) non ritiene che essere single dia più opportunità che limitazioni, mentre la pensa così il 41,1% dei single. Per la metà dei single (50,2%) questa condizione significa sentirsi libero, d’altronde per il 46,8% dei rispondenti quella del single è una condizione non dettata da una scelta personale, ma in qualche modo subita. I single riferiscono di essere giudicati fortunati perché liberi (22,9%), avvantaggiati economicamente (23,8%) e di carattere difficile (24,1%). Il 47% dei single non ha mai difficoltà a trovare al supermercato prodotti alimentari monoporzione o in piccole quantità anche se il 53% riferisce di riscontrare questo problema almeno qualche volta, spesso o addirittura sempre. Alla maggioranza (51,8%) non è mai capitato di dover sostenere costi elevati viaggiando in solitudine.
LA DIETA DEGLI ITALIANI
Che tipo di dieta seguono gli italiani? Secondo i risultati dell’indagine dell’Eurispes, nel 2023 ha intrapreso la scelta vegetariana il 4,2% del campione mentre è vegano il 2,4% (in totale 6,6%). Il 93,4% afferma di non essere vegetariano, ma tra di essi il 7% dichiara di esserlo stato in precedenza. Un italiano su quattro sarebbe disposto a mangiare carne sintetica sebbene prevalga la maggioranza di chi non sarebbe propenso a cambiare la propria alimentazione (73,6%). In molti acquistano alimenti senza lattosio (30%; 26% nel 2019), alcuni anche senza avere un’intolleranza (18,3%); cresce anche il consumo di alimenti senza glutine (21,1%; nel 2019 erano il 19,3%) e per molti non si tratta di un’intolleranza (12,1%). Una situazione simile si rileva per gli alimenti senza lievito, che vengono comprati in quasi un quinto dei casi (18,8%), sebbene nel 12,5% non vi sia una necessità medica. Si comprano in misura minore alimenti senza uova (13,3%) e di essi solo il 3,5% per intolleranza. Più elevata la percentuale di chi compra prodotti senza zucchero (23,3%), di cui il 19,8% senza che ci sia una reale intolleranza. Integratori alimentari e vitamine sono invece consumati dal 68,5% del campione.
L’82,5% degli italiani si dichiara poco o per niente propenso ad assaggiare insetti. Diversi i risultati quando si parla di prodotti risultanti dalla lavorazione di insetti, ad esempio farine: il 76,7% non acquisterebbe prodotti che li contengono; il 23,3% sì.
GIOCHI E LOTTERIE
Il 21,3% degli italiani afferma di partecipare a giochi con vincita in denaro, mentre il 78,7% dichiara di non farlo mai. In dettaglio: il 12% gioca solo dal vivo, il 4,2% solo online, il 5,1% in entrambi i modi. Il gioco con vincita in denaro complessivamente più popolare in Italia è il Gratta e vinci: solo il 15,3% non ci gioca mai.
Tra i comportamenti a rischio, la maggioranza dei giocatori afferma di non aver mai avuto la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando (52,3%), ad oltre un terzo (34,7%) è invece capitato qualche volta, al 9% spesso, al 3,9% addirittura sempre. Il 56,3% non ha mai la sensazione di spendere troppo denaro giocando, mentre ad un terzo (32,9%) capita qualche volta, al 6,5% spesso ed al 4,4% sempre. Preoccupante il 26,8% di chi ha chiesto un prestito per giocare. Il 38% dei cittadini (erano il 26,9% nel 2019) ha conoscenza diretta o indiretta dell’esistenza di circuiti di gioco illegale: quasi un terzo (31,6%) ne è a conoscenza ma non ne ha mai preso parte, il 6,4% ha anche partecipato.
GLI ANIMALI DOMESTICI
Un terzo degli italiani accoglie in casa un animale. Il trend è in discesa. Nel 2023, secondo i dati rilevati dell’Eurispes, il numero di italiani che dichiarano di possedere un animale domestico è del 32,7% (-5% rispetto al 2022). Gli animali preferiti dagli italiani restano i cani (42%) e i gatti (34,4%). Il 18,7% di chi ha un animale in casa dichiara di spendere meno di 30 euro al mese per i propri pet, percentuale che sale al 28,4% nella fascia di spesa compresa tra 31 e 50 euro e al 33,2% nella fascia 51-100 euro. Il 12,1% spende una cifra compresa tra i 100 e i 200 euro al mese, mentre solamente il 3,2% spende tra i 200 e i 300 euro mensili. Tra le voci di spesa, quelle dove si tende a spendere di più sono legate alla salute e all’alimentazione. (aise)

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Redazione
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