“Italia: un valore nel mondo”: Unioncamere e le CCIE per la Giornata del Made in Italy

Il sistema camerale italiano all’estero si è riunito oggi a quello italiano nei festeggiamenti della Prima Giornata del Made in Italy, iniziativa patrocinata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy introdotta da quest’anno con la Legge quadro 206/2023. Oltre 40 i collegamenti dall’estero delle CCIE impegnate in questi giorni con eventi di celebrazione nei loro paesi.
L’evento, dal titolo “Italia: un valore nel mondo”, è stato introdotto da Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, che ha spiegato: “L’Italia ha una storica vocazione all’universalità, con la capacità di legare locale e globale. E questa ricetta trova espressione nell’attività straordinaria delle sue imprese, piccole medie grandi e grandi, capaci di entrare nei mercati internazionali, di investire in numerosi paesi esteri, di essere parte delle catene di fornitura esistenti a livello globale. La presenza della Repubblica è fatta di questo, della sua cultura e dello stile di vita dei suoi abitanti, apprezzato in tutto il mondo; del servizio e della testimonianza di pace recata nei rapporti diplomatici grazie alla scelta di operare attorno ad un assetto internazionale basato sul multilateralismo; delle relazioni economiche, che i suoi imprenditori hanno saputo creare; dell’apporto intelligente dei suoi lavoratori impiegati all’estero”.
Passando al tema dell’incontro di oggi, Mattarella ha voluto aggiungere: “anche “del mondo” della civiltà, un valore sinonimo di qualità e che ha dato vita a una definizione di affezionati all’Italia, gli “italici”. La presenza italiana viene spesso definita come una presenza nutrita di saggio soft power, senza vocazione di dominazione o imposizione nei confronti di alcuno. Accanto ai grandi campioni dell’energia o del settore delle grandi opere, le esperienze italiane – dall’agricoltura al turismo, all’industria al commercio – attirano l’attenzione”.
“E per me è sempre motivo di grande incoraggiamento, come avvenuto ancora una volta pochi giorni fa in Africa, raccogliere l’appello di governanti e di operatori locali affinché il sistema Italia, dalla formazione dalla ricerca al tema dei trasporti fino alla partecipazione alla valorizzazione delle risorse locali, prenda parte alle iniziative di sviluppo che si intendono promuovere – ha proseguito il Capo dello Stato -. Il modello delle piccole medie imprese viene spesso invocato: non è un caso che quasi la metà di esse sia impegnata nella internazionalizzazione della nostra struttura produttiva, rappresentando un pilastro dai privati mondiali del made in Italy”.
“Mi capita sovente di ripetere che il volto dell’Italia all’estero, accanto alla rete diplomatica e degli altri servizi, è ogni giorno quello delle italiane e degli italiani che vi vivono e vi lavorano. Il contributo offerto alla nostra economia dall’attività Internazionale delle imprese assomma, come noto, a circa 1000 miliardi di euro, tra export e fatturato realizzato all’estero – ha proseguito poi ancora Mattarella -. L’Italia partecipa, come ci ricorda anche l’Ice, con una quota rilevante del 2,6% al complesso degli scambi a livello mondiale. Si coglie qui quale sia l’interesse del nostro Paese a coltivare la libertà dei commerci, contro anacronistiche restrizioni e protezionismi e anche il valore del mercato unico dell’Unione Europea. e si coglie altresì quanto la guerra e le tensioni internazionali siano di ostacolo alla crescita e allo sviluppo, oltre a essere fonte di distruzione e di morte”.
“Le camere di commercio Italiane all’Estero sono insieme comunità e piattaforma del successo ottenuto dalle risorse italiane nel mondo. per tutte queste ragioni Sono molto lieto di rivolgere il mio saluto ed esprimervi l’apprezzamento per quanto fate”, ha concluso il Presidente Mattarella.
Dopo il Capo dello Stato, è stata presentata la ricerca “Quale valore del brand Made in Italy nel mondo”, realizzata da Unioncamere in collaborazione con Assocamerestero e la rete delle Camere di Commercio Italiane all’estero, dalla quale fuoriesce che l’elevata pregevolezza dei materiali, l’iconicità e il design di altissima qualità dei prodotti italiani, rappresentano le caratteristiche che i consumatori stranieri apprezzano di più del brand “Made in Italy”.
L’indagine ha coinvolto 3 mila rispondenti, tra cui aziende italiane iscritte alla rete delle CCIE e i loro rappresentanti, imprese italiane esportatrici, distributori e fornitori di prodotti italiani. Cinque invece i focus group organizzati con le Camere di Commercio Italiane all’Estero di Johannesburg, Londra, New York, San Paolo e Tokyo.
A presentarla e commentarla ci hanno pensato Andrea Prete, Presidente di Unioncamere, e Mario Pozza, Presidente di Assocamerestero, intervenuto dall’Uruguay.
“Il Made in Italy è un brand trasversale che accomuna tutte le nostre imprese: è il biglietto da visita dell’Italia all’estero”, ha commentato Andrea Prete, Presidente di Unioncamere. “Racchiude una cultura imprenditoriale che simboleggia l’eccellenza nei campi più svariati, dall’arredamento al design, dalla moda all’agroalimentare. Raccontare il Made in Italy, oggi, significa raccontare la storia delle persone che alimentano il nostro tessuto imprenditoriale giorno dopo giorno, la storia di due milioni di lavoratori, ed è anche per questo che va sempre più tutelato, promosso e valorizzato”.
“Le Camere italiane all’estero rappresentano un valore per l’Italia: grazie al ruolo che occupano nelle comunità d’affari dei paesi in cui vivono e operano – ha affermato Mario Pozza, Presidente di Assocamerestero – sono sempre più “rete di reti”, non solo di business ma anche istituzionali. Il cuore della nostra attività resta il sostegno all’export delle filiere chiave del made in Italy – dall’alimentare alla meccanica – e la promozione dei territori, in termini sia di produzioni tipiche, sia di attrattività turistica. Ma lo stiamo facendo in maniera diversa dal passato: integrando servizi e fonti di finanziamento, digitalizzando le modalità di erogazione, orientando le imprese a incorporare la sostenibilità ambientale e sociale tra le loro leve di competitività”. (aise)

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Redazione
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