Molti osservatori politici sostengono che Milei, pur vantandosi di essere un “outsider” rispetto alla politica tradizionale, stia utilizzando la sua posizione per rafforzare la sua immagine e il suo controllo, mettendo da parte chiunque non lo appoggi. Ciò ha portato a un forte malcontento interno tra i funzionari del suo governo, con diversi alti funzionari e ministri che sono stati licenziati o costretti a dimettersi.
Alcuni degli esempi più evidenti di questo atteggiamento autoritario e centralista includono la gestione delle risorse pubbliche e l’approccio alle politiche economiche, che sembrano molto incentrate sulla figura di Milei, piuttosto che su una visione collettiva o di squadra.
L’egocentrismo del potere di Milei ha sollevato anche dubbi sulla sostenibilità e sulla democrazia interna del suo governo. Se il suo approccio continuasse, potrebbe portare a una crescente polarizzazione della politica argentina, rafforzando la divisione tra i suoi sostenitori e i suoi detrattori. Inoltre, il fatto che le sue azioni abbiano provocato danni significativi a migliaia di persone potrebbe compromettere ulteriormente la sua credibilità e la sua popolarità.
In sintesi, questo scandalo ha messo in luce le problematiche interne alla sua amministrazione, legate non solo a decisioni economiche discutibili, ma anche alla sua visione autoritaria del potere, che sta creando fratture anche all’interno del suo stesso governo.
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