la vergogna delle ” scuole italiane” all’ estero. INUTILI.

tulliozembo

Ogni anno, l’inaugurazione delle scuole italiane all’estero è accompagnata da un rituale di festeggiamenti e benedizioni ufficiali, come a voler mascherare la realtà di un sistema educativo che, invece di promuovere la cultura italiana tra tutti gli italiani all’estero, serve soltanto gli interessi di una ristretta élite.

Le scuole italiane all’estero sono un privilegio per pochi. Costi esorbitanti per le rette e il mantenimento delle strutture, a fronte di un’istruzione che non è affatto garantita a tutti, ma solo a chi può permettersi di pagarne i costi. L’accesso alla lingua e alla cultura italiana diventa quindi una questione di classe sociale, con un sistema che esclude la maggior parte degli italiani all’estero, favorendo solo i rampolli della alta borghesia. Questa realtà, purtroppo, è ben lontana dall’essere un sistema inclusivo che garantisca a tutti i cittadini italiani la possibilità di mantenere un legame con la loro lingua e cultura.

A far da sfondo a questa ingiustizia, vi è un sistema di finanziamenti statali che sembra non conoscere fine. L’Italia continua a destinare ingenti risorse pubbliche a questi istituti, mentre i dirigenti degli enti gestori, spesso ormai insostituibili ed eterni, godono di retribuzioni che rasentano la vergogna. Questi gestori si sono fatti strada con il passare degli anni, creando un circuito di potere che rende quasi impossibile una riforma del sistema, nonostante i ripetuti fallimenti e le carenze strutturali.

Il punto più doloroso, tuttavia, è l’inaccessibilità per la maggior parte degli italiani all’estero. Mentre da un lato si celebrano annualmente queste istituzioni, l’altro lato della medaglia è fatto di milioni di italiani che non possono permettersi le rette e che non hanno accesso a un insegnamento che permetta loro di imparare l’italiano. L’insegnamento della lingua e cultura italiana, che dovrebbe essere un diritto per tutti gli italiani all’estero, viene ridotto a un affare per pochi.

È giunto il momento di sostituire le scuole a “fondo perduto” con un sistema educativo che assicuri a tutti gli italiani all’estero l’accesso a un insegnamento di base, gratuito o a costi contenuti, che consenta di mantenere viva la lingua e la cultura italiana. Non è più accettabile che milioni di cittadini, pur essendo italiani di fatto, vengano esclusi da questa opportunità. La vera missione delle scuole italiane all’estero dovrebbe essere quella di servire il bene comune, non i pochi eletti che possono permettersi di studiare.

Quello che serve è una riforma radicale, che ridisegni un sistema che non è più sostenibile né giusto. Le scuole italiane all’estero devono smettere di essere un lusso per pochi e tornare ad essere un servizio pubblico che promuove l’inclusività, l’accesso universale e la vera educazione alla lingua e cultura italiana. È tempo di cambiare.

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Redazione
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