L’Aics in Kenya: sopravvissute e protagoniste raccontano i successi dell’iniziativa “Let it not happen again”

NAIROBI – Secondo l’Independent Policing Oversight Authority (Ipoa), in Kenya durante le elezioni dell’agosto 2022 è stato segnalato alla polizia solo un caso di violenza sessuale e di genere (Sgbv). Sebbene questo non sia l’unico indicatore di elezioni pacifiche e libere da violenze, grazie agli sforzi delle istituzioni statali, dei partner di sviluppo e delle organizzazioni della società civile sono stati compiuti passi importanti per porre fine alla violenza contro le donne durante le elezioni.
“Non abbiamo permesso che accadesse quest’anno“, afferma Jael Abukutsa, 52 anni e madre di tre figli, impegnata come difensora dei diritti umani (Human Rights Defender), riferendosi alla violenza elettorale che affligge regolarmente le elezioni del Paese. “Questa volta eravamo più uniti per prevenire e rispondere ai casi di violenza di genere prima, durante e dopo le elezioni”.
Dal 2007 le elezioni in Kenya hanno registrato un aumento significativo della violenza, in particolare dei tassi di violenza sessuale e di genere contro donne e ragazze. “Sono stata abusata sessualmente nel 2007, mi ha distrutto, ma ha anche cementato la mia volontà di lottare per i diritti umani“, continua Jael.
Con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), UN Women e l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (Ohchr) stanno attuando un programma incentrato sulla prevenzione, mitigazione e risposta alla violenza contro le donne durante le elezioni dal 2019. Uno degli obiettivi principali del progetto “Let it Not Happen Again” è stato quello di migliorare l’accesso alla giustizia per i sopravvissuti all’Sgbv in quattro contee: Nairobi, Kisumu, Bungoma e Vihiga, località identificate come aree sensibili per casi di Sgbv.
“I corsi di formazione offerti tramite l’iniziativa sono stati cruciali perché hanno riunito tutte le parti interessate, compresa la polizia: nessuno è stato escluso“, afferma Purity Kosgey, magistrato presso il tribunale di Tamu a Muhoroni, contea di Kisumu. Jael afferma che in seguito alle attività del progetto, i difensori dei diritti umani hanno migliorato i propri rapporti con la polizia, la magistratura, gli investigatori e gli operatori sanitari. Secondo Catherine Nekesa, agente che si occupa di questioni di genere alla stazione di polizia di Mbale, “non abbiamo ricevuto alcun caso di violenza relativo alle elezioni, ma eravamo pronti e continueremo a lavorare con i nostri partner per prevenire e rispondere ai casi Sgbv a Vihiga“.
I risultati raggiunti dall’iniziativa supportata dall’Italia sono straordinari: in seguito alla formazione per pubblici ministeri e investigatori, per la prima volta nella storia del Kenya, quest’anno il procuratore della Repubblica ha chiesto che le condanne a carico di 12 ufficiali di polizia accusati di stupro, omicidio e tortura per reati commessi durante le elezioni del 2017 fossero trattate come crimini contro l’umanità. Si tratta del primo procedimento penale per violenza sessuale correlata alle elezioni. Il procuratore della Repubblica ha inoltre ordinato che le indagini fossero intraprese dall’Autorità indipendente di supervisione della polizia, con la partecipazione della Commissione nazionale del Kenya sui diritti umani, le organizzazioni della società civile e i sopravvissuti.
Nel 2022 è stato segnalato e indagato solo un caso Sgbv correlato alle elezioni, ma si tratta di un dato da interpretare con cautela perché molti casi di violenza potrebbero non essere stati denunciati. Janine (nome di fantasia), in corsa per diventare membro dell’Assemblea di contea in una delle contee target, racconta di essere stata presa di mira per il solo fatto di essere donna e per aver deciso di fare politica, di aver ricevuto minacce ed essere stata vittima di cyberbullismo.
Nonostante, dunque, il clima di relativa pace in cui sono state realizzate le elezioni 2022 e i risultati raggiunti grazie all’impegno della Cooperazione italiana, di UN Women e dei partner, è cruciale continuare a lavorare insieme affinché le violazioni dei diritti umani durante i periodi elettorali diventino sempre più un’eccezione. (aise)

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Redazione
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