“L’Altro Rinascimento. Artisti spagnoli nella Napoli del primo Cinquecento” al Prado di Madrid

MADRID- Sino al 20 gennaio 2023 le sale di Palazzo Jerónimos, sede del Museo Nacional del Prado di Madrid, ospitano la mostra “L’Altro Rinascimento. Artisti spagnoli nella Napoli del primo Cinquecento”, organizzata insieme al Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli e alla Fundación BBVA.
L’esposizione, inaugurata il 17 ottobre alla presenza dell’ambasciatore d’Italia in Spagna, offre una panoramica di uno dei più produttivi eppure sconosciuti capitoli della cultura rinascimentale europea, ovvero il passaggio dell’arte spagnola e del sud Italia verso la “maniera moderna”: la grande arte nata dalla rivoluzione operata da Leonardo, Raffaello e Michelangelo.
Curata da Andrea Zezza, professore associato del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università degli Studi della Campania, e Riccardo Naldi, docente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, la mostra “L’altro Rinascimento” la mostra comprende 75 opere (44 dipinti, 25 sculture, 5 libri e una pala d’altare) provenienti da collezioni pubbliche e private spagnole e non solo. Queste opere richiamano l’attenzione su un arco temporale, ovvero i primi anni del XVI secolo, un luogo, Napoli, e una serie di figure, pittori e scultori spagnoli e italiani, che insieme costituiscono un contesto artistico spesso considerato secondario se rapportato ai grandi centri rinascimentali di Roma e Firenze, ma che pure ebbero grande importanza all’interno della più ampia realtà politica della monarchia spagnola, come dimostra la successiva attività in Spagna di artisti come Pedro Machuca, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Fernández e Alonso Berruguete, tra gli altri.
Nelle parole di Javier Solana, presidente del Royal Board of Trustees del Museo Nacional del Prado, la mostra “consente di intraprendere un viaggio visivo attraverso un periodo pieno di interesse; un momento che vede l’emergere di un nuovo modo di esprimersi artisticamente, che fu interpretato in diversi modi e che arriverà nella penisola iberica assimilato, trasformato e diverso” rispetto all’originale.
Allestita in uno spazio architettonico che rievoca gli edifici napoletani dell’epoca, “L’altro Rinascimento” offre un’idea precisa del significato che le innovazioni ebbero in questo periodo senza limitarsi ad un’unica disciplina. Il risultato è quello di trasmettere una visione d’insieme e che rifletta la coesistenza di diverse tecniche e materiali caratteristici: dipinti su legno o tela, miniature, sculture in legno policromo e sculture in marmo presentano insieme un’ampia gamma di tipologie e formati per raccontare in modo convincente il periodo in questione.
“Sostenendo una mostra di questo tipo”, afferma Rafael Pardo Avellaneda, direttore generale della Fundación BBVA, “aiutiamo a illustrare uno dei capitoli più belli di questa storia condivisa, in particolare per quanto riguarda la valutazione del gratificante processo di scambio e la rivelazione di come la conoscenza è priva di frontiere e che è la collaborazione e il dialogo a far emergere la nostra massima creatività”.
La mostra, che sarà successivamente allestita al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, completa le narrazioni e aggiunge ulteriori dettagli alla collezione permanente del Prado attraverso la presentazione delle arti visive nella Napoli del primo Cinquecento. Offre inoltre l’occasione per sottolineare il ruolo chiave della Spagna e della cultura spagnola in un arricchente processo di interazione e scambio con il mondo italiano, dato che, come spiega Miguel Falomir, direttore del Museo Nacional del Prado, “si può dire, senza alcun timore di esagerare, che senza quell’esperienza napoletana il Rinascimento spagnolo sarebbe molto diverso”.
A tal fine, la mostra comprende 75 opere provenienti da collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali, tra le quali va sottolineata la generosità dei prestiti del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno italiano che con il suo impegno istituzionale continua a rafforzare legami culturali tra Italia e Spagna. (aise)

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Redazione
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