Papa Francesco: cessi il fuoco!

“Cessi il fuoco” e si fermino le armi: questo l’ennesimo appello di Papa Francesco, lanciato in occasione della recita dell’Angelus di ieri, 29 ottobre, in piazza San Pietro. Pregando per la “grave situazione in Palestina e in Israele e per le altre regioni in guerra”, Bergoglio ha rivolto in particolare il suo pensiero a Gaza, affinché “si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi. Che nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi”, ha aggiunto, pregando ancora per l’Ucraina, come pure per la popolazione della zona di Acapulco, in Messico, colpita da un fortissimo uragano.
Durante l’Angelus il Pontefice aveva illustrato “il più grande dei comandamenti” (cfr Mt 22,34-40), ovvero il “grande comandamento dell’amore”: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente [… e] il tuo prossimo come te stesso” (vv. 37.39).
“Amore di Dio e del prossimo, inseparabili l’uno dall’altro. Fermiamoci un po’ a riflettere su questo”, è stato l’invito del Papa. “Il primo: il fatto che l’amore per il Signore viene prima ci ricorda che Dio sempre ci precede, ci anticipa con la sua tenerezza infinita (cfr Gv 4,19), con la sua vicinanza, con la sua misericordia, perché Lui sempre è vicino, tenero e misericordioso. Un bambino impara ad amare sulle ginocchia della mamma e del papà e noi lo facciamo tra le braccia di Dio. Dice il Salmo: “Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre” (131,2), così noi dobbiamo sentirci tra le braccia di Dio. E lì assorbiamo l’affetto del Signore, lì incontriamo l’amore che ci spinge a donarci con generosità. Lo ricorda San Paolo, quando dice che la carità di Cristo ha in sé una forza che spinge ad amare (cfr 2 Cor 5,14). E tutto parte da Lui. Tu non puoi amare sul serio gli altri se non hai questa radice che è l’amore di Dio, l’amore di Gesù”.
Quanto al “secondo aspetto che traspare dal comandamento dell’amore”, pga proseguito Bergoglio, “esso lega l’amore per Dio a quello per il prossimo: significa che, amando i fratelli, noi riflettiamo, come specchi, l’amore del Padre. Riflettere l’amore di Dio, ecco il punto; amare Lui, che non vediamo, attraverso il fratello che vediamo (cfr 1 Gv 4,20). Un giorno Santa Teresa di Calcutta, a un giornalista che le chiedeva se, con quello che faceva, si illudesse di cambiare il mondo, rispose: “Io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita, nella quale potesse brillare l’amore di Dio” (Incontro con i giornalisti dopo il conferimento del Premio Nobel per la Pace, Roma, 1979). Ecco come lei, tanto piccola, ha potuto fare un bene così grande: riflettendo come una goccia l’amore di Dio. E se a volte, guardando lei e altri santi, ci venisse da pensare che siano degli eroi inimitabili, ripensiamo a questa piccola goccia: l’amore è una goccia che può cambiare tante cose. E come si fa, questo? Facendo il primo passo, sempre. A volte non è facile fare il primo passo, dimenticare cose…, fare il primo passo. Facciamolo! Questa è la goccia: fare il primo passo”.
“Pensando all’amore di Dio che sempre ci precede, possiamo chiederci: io sono grato al Signore, che mi ama per primo? Sento l’amore di Dio e sono grato a Lui? E cerco di riflettere il suo amore? Mi impegno ad amare i fratelli, a fare questo secondo passo?”, ha chiesto Francesco ai fedeli, invocando infine la Vergine Maria affinché “ci aiuti a vivere nel quotidiano il grande comandamento dell’amore: amare e lasciarci amare da Dio e amare i fratelli”. (aise)

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Redazione
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