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Papa Francesco: il Signore ci è amico e ci vuole bene
ROMA\ aise\ – “Il Signore ci vuole bene, come amico vuole il nostro bene e ci vuole partecipi del suo”. Questo il messaggio che Papa Francesco ha affidato a fedeli e pellegrini giunti ieri, 5 maggio, in piazza San Pietro per assistere ala recita del Regina Caeli.
Nella VI Domenica del Tempo di Pasqua, in cui si è celebrata anche la Pasqua ortodossa, Bergoglio ha illustrato il passo del Vangelo in cui Gesù dice agli Apostoli: “Non vi chiamo più servi, ma amici” (cfr Gv 15,15). E ne ha illustrato il significato.
“Nella Bibbia i “servi” di Dio sono persone speciali, a cui Egli affida missioni importanti, come ad esempio Mosè (cfr Es 14,31), il re Davide (cfr 2 Sam 7,8), il profeta Elia (cfr 1 Re 18,36), fino alla Vergine Maria (cfr Lc 1,38). Sono persone nelle cui mani Dio pone i suoi tesori (cfr Mt 25,21). Ma tutto questo non basta, secondo Gesù, per dire chi siamo noi per Lui, non basta, ci vuole di più, qualcosa di più grande, che va al di là dei beni e degli stessi progetti: ci vuole l’amicizia”, ha detto Papa Francesco.
“Fin da bambini impariamo quanto è bella questa esperienza”, ha continuato: “agli amici offriamo i nostri giocattoli e i doni più belli; poi crescendo, da adolescenti, confidiamo loro i primi segreti; da giovani offriamo lealtà; da adulti condividiamo soddisfazioni e preoccupazioni; da vecchi condividiamo i ricordi, le considerazioni e i silenzi di lunghe giornate. La Parola di Dio, nel Libro dei Proverbi, ci dice che “profumo e incenso allietano il cuore e il consiglio dell’amico addolcisce l’animo” (27,9). Pensiamo un momento ai nostri amici, alle nostre amiche, e ringraziamone il Signore! Uno spazio per pensare a loro…”.
E ancora: “l’amicizia non è frutto di calcolo e neanche di costrizione: nasce spontaneamente quando riconosciamo nell’altro qualcosa di noi. E, se è vera, l’amicizia è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento. “Un amico vuol bene sempre” (Pr 17,17) – afferma ancora il Libro dei Proverbi –, come ci mostra Gesù quando a Giuda, che lo tradisce con un bacio, dice: “Amico, per questo sei qui!” (Mt 26,50). Un vero amico non ti abbandona, nemmeno quando sbagli: ti corregge, magari ti rimprovera, ma ti perdona e non ti abbandona”.
“Oggi Gesù, nel Vangelo”, ha spiegato ancora il Santo Padre, “ci dice che noi per Lui siamo proprio questo, amici: persone care al di là di ogni merito e di ogni attesa, alle quali tende la mano e offre il suo amore, la sua Grazia, la sua Parola; con le quali – con noi, amici – condivide quello che ha di più caro, tutto quello che ha udito dal Padre (cfr Gv 15,15). Fino a farsi fragile per noi, a mettersi nelle nostre mani senza difese e senza pretese, perché ci vuole bene. Il Signore ci vuole bene, come amico vuole il nostro bene e ci vuole partecipi del suo”.
Infine l’invito a chiedersi: “che volto ha per me il Signore? Il volto di un amico o di un estraneo? Mi sento amato da Lui come una persona cara? E qual è il volto di Gesù che testimonio agli altri, specialmente a quelli che sbagliano e hanno bisogno di perdono?”. E l’appello a Maria, affinché “ci aiuti a crescere nell’amicizia col suo Figlio e a diffonderla attorno a noi”.
Al termine del Regina Caeli, Bergoglio non ha mancato di rivolgere una preghiera per le popolazioni dello Stato di Rio Grande do Sul, in Brasile, colpite da grandi inondazioni, e per la “martoriata” Ucraina, come pure per Palestina e Israele: “che ci sia la pace”, ha detto, “il dialogo si rafforzi e porti buoni frutti. No alla guerra, sì al dialogo!”. (p. di dionisio\aise)