*Possiamo finalmente calare il sipario sul Turismo delle radici

Andrea Pacia

L’Italia, un paese ricco di storia e cultura, ha sempre attratto persone da tutto il mondo. Tuttavia, le recenti normative sulle tasse per la cittadinanza italiana pongono un ostacolo significativo a molti discendenti di italiani. Queste nuove tasse, come il costo di 600 euro per il riconoscimento della cittadinanza via consolato, rendono difficile l’accesso alla cittadinanza per molti. Adesso, come può il Ministero degli Esteri promuovere il progetto del “Turismo delle Radici” quando le barriere economiche sembrano rendere questo sogno irraggiungibile?

Le nuove tasse sulla cittadinanza italiana creano una situazione ingiusta per molti discendenti. Persone che desiderano riconnettersi con le proprie origini si trovano davanti a costi elevati e complessità burocratiche. Ad esempio, la richiesta di 300 euro per ottenere il certificato di nascita di un antenato può sembrare un piccolo prezzo per alcuni, ma per molti può essere una somma insostenibile. Questo porta a una riflessione importante: come si può parlare di “Turismo delle Radici” se l’accesso è limitato da costi inaccessibili?

Inoltre, le recenti dichiarazioni del Ministro Tajani titolare appunto del Ministero degli Esteri che ha proposto il contestato “ius scholae”, minando ulteriormente i diritti dei discendenti italiani. Questo approccio sembra contraddire l’idea di un’Italia che accoglie e celebra la sua diaspora. Gli Italo-discendenti, che hanno portato in tutto il mondo la cultura e le tradizioni italiane, ora si sentono esclusi. La promozione di un turismo che celebra le radici italiane dovrebbe essere accompagnata da politiche più inclusive e favorevoli.

Quest’anno segna il 150° anniversario dell’emigrazione italiana in Brasile, un’occasione per celebrare e rafforzare i legami con la diaspora. Tuttavia, con le attuali politiche, restrittive in materia di riconoscimento della cittadinanza nei confronti degli Italo discendenti, questa celebrazione rischia di trasformarsi in un motivo di vergogna. L’Italia, invece di aprire le porte, sta erigendo muri che separano le famiglie e le storie. Un approccio più aperto e collaborativo potrebbe non solo favorire il turismo, ma anche rafforzare legami culturali e storici.

In conclusione, le nuove tasse sulla cittadinanza italiana rappresentano un ostacolo significativo per i discendenti di italiani. Le politiche attuali, che sembrano escludere invece di includere, non possono sostenere la promozione di un turismo che si basa sulle radici. È fondamentale rivedere queste normative per permettere a tutti di riconnettersi con la propria eredità. Solo così l’Italia potrà realmente celebrare il suo passato e costruire un futuro inclusivo per tutti i suoi figli cittadini italiani .

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Redazione
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