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Presidenzialismo, lavoro, fisco, Iran, bilancio: la conferenza stampa di fine anno della Premier Meloni
ROMA – Legge di bilancio, Covid, lavoro, riforma fiscale, Pnrr, presidenzialismo, politica e temi internazionali, come Iran e Ue: questi sono solo alcuni dei temi trattati durante la conferenza stampa di fine anno della Premier Giorgia Meloni.
Inevitabilmente, la conferenza ha preso il via con il commento sul via libera definitivo alla Legge di Bilancio approvata dal Senato. Un’approvazione definita “non facile”, una “manovra politica scritta in tempi molto rapidi”. Pur investendo “gran parte delle risorse sulla priorità del caro bollette siamo riusciti a mantenere o a iniziare a mantenere gli impegni presi”, ha spiegato la Presidente del Consiglio rispondendo alle domande dei giornalisti.
La legge di bilancio è stata approvata in Cdm “in un’ora. Ho fatto parte di altri governi e ricordo dibattiti molto più articolati e accesi. Era una legge di bilancio che non lasciava molto alle legittime rivendicazioni dei ministri”. Abbiamo messo “tutte le risorse che avevamo sulle grandi misure a cui volevamo dedicarci”, ha rimarcato Meloni, evidenziando come la manovra sia stata “approvata un giorno in anticipo rispetto agli ultimi due anni”. Per poi chiudere sull’argomento così: “mi fido dei miei alleati al governo. A di là dei dibattiti naturali all’interno di una maggioranza, e delle sfumature diverse nei programmi dei singoli partiti, c’è visione comune. È normale che ci sia dibattito, poi contano i fatti”.
Sulla situazione Covid e Covid in Cina in particolare, ha spiegato: “ci siamo mossi immediatamente: abbiamo disposto il tampone per tutti quelli che vengono dalla Cina, ma è efficace se viene presa da tutta l’Ue. Per cui abbiamo scritto a Bruxelles”.
Parlando di lavoro, la Premier ha espresso il suo parere spiegando la volontà del suo Governo di “creare le condizioni per migliorare la qualità del lavoro in Italia sia materia che riguarda soprattutto il tema della crescita economica. Bisogna cioè mettere le persone nelle condizioni di assumere. E noi ci stiamo muovendo esattamente in questo senso, togliendo alcuni cavilli che sono per noi controproducenti per dare dei segnali sulla detassazione”. Per fare un esempio, ha spiegato di voler prevedere “una misura che riguarda la decontribuzione totale per chi assume a tempo indeterminato”. La Premier è infatti convinta che occorra “creare le condizioni per assumere” perché la povertà “non si abbatte per decreto”. Ci sono 7 mesi per riformare le politiche attive del lavoro utilizzando i fondi europei. A riguardo ha parlato anche del reddito di cittadinanza: “i percettori di reddito di cittadinanza tra 18 e 59 senza figli a carico continueranno a percepirlo per 7 mesi perché vogliamo affrontare la sfida della possibilità di aiutarli a trovare un posto di lavoro, quando vogliono”. “Immagino – ha aggiunto – un meccanismo nel quale quando ci si reca in un centro per l’impiego o in una realtà privata, quel soggetto sia in grado di indicarmi dove è richiesto il lavoro e chi mi forma”.
Rispetto alla riforma fiscale, poi, la Prima Ministra ha spiegato di voler “andare avanti secondo direttrici visibili già in manovra finanziaria con le poste in bilancio”. Tra le direttrici su la riforma si deve muovere c’è anche il “taglio del costo del lavoro e su questo si deve fare molto di più”. “Abbiamo dato un segnale con il taglio del cuneo fiscale, ma su questo vorrei andare avanti – ha continuato -. Il secondo obiettivo è la tassazione che tenga conto della composizione del nucleo famigliare”. Terzo obiettivo, invece, è quello di promuovere una “tassazione che incentivi di più chi si mette in gioco e crea ricchezza: il tema – ha concluso – è più assumi e meno paghi”.
Anche su Pnrr e Mes ha risposto alle domande dei giornalisti la Premier Meloni. Sul primo ha spiegato: “sono contenta che l’Italia sia riuscita a raggiungere tutti e 55 gli obiettivi previsti per richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati erano stati conseguiti 25 obiettivi su 55, quindi abbiamo lavorato per terminare gli altri 30. Direi che questa staffetta ha funzionato”. Riguardo il Mes (fondo salva Stati), invece: “Credo che sul Mes la ratifica sia secondaria: il tema è che, atteso che l’Italia non accederà mai al Mes sinchè io conto qualcosa, temo che nemmeno gli altri accederanno. Dopo la Grecia non è stato attivato da nessuno. Che la riforma vada in porto o meno credo che quel fondo non verrà utilizzato. Ha condizioni troppo stringenti”.
La Presidente Meloni ha poi risposto riguardo il tema “presidenzialismo”, confermando che “è una mia priorità”. La numero 1 del Governo ha infatti spiegato di puntare a farlo entrare in questa legislatura. “Può solo fare bene all’Italia, consente stabilità e governi frutto di indicazioni popolari chiare. Sono sempre partita dal sistema francese non perché sia il mio preferito ma quello più condiviso, penso a una riforma condivisa”.
Passando alle questioni internazionali, la Meloni ha parlato del tema difesa e della sua spesa: “l’impegno di spesa al 2% del Pil assunto in sede Nato è un impegno nel quale in Ue e nell’Alleanza Atlantica tutti cercano di tenere fede il più possibile. Al di là della facile retorica che si può fare sul tema dei soldi spesi in armi, il punto di questa materia è che la libertà delle nazioni ha un costo”.
Rispetto alla situazione russa-ucraina, invece, ha detto: “le scelte del governo russo non devono ricadere sul suo popolo”. Le scelte di Putin, infatti, “sono di violazione del diritto internazionale” e se queste “fossero accettare farebbero crollare la costruzione della legalità internazionale”. “Temo che il principio di chi con l’uso della forza possa invadere il vicino sia poco conveniente per tutti. Per noi è inaccettabile: a noi può mancare il turismo russo, i turisti in Russia, ma ci sono cose che non si possono piegare ai nostri desideri”. “Spero – ha chiosato – che la Russia fermi questa inaccettabile guerra di aggressione: sino a quando non accadrà noi non ci fermeremo”.
Rispetto all’Iran, invece, non ha usato mezzi termini: “la situazione è inaccettabile”, ha commentato, “e per questo ho concordato con Tajani sulla convocazione dell’Ambasciatore iraniano. L’Italia non intende tollerare oltre. Finora abbiamo avuto un approccio dialogante ma se queste repressioni non dovessero cessare e non si dovesse tornare indietro sulla pena di morte a innocenti, l’atteggiamento dell’Italia dovrà cambiare e questo dovrà essere oggetto di interlocuzione con gli alleati”. (aise)