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Separazione carriere, ricomincia il ballo..ma a chi gliene importa? Sai di cosa parliamo , vero?
tullio zembo
Il Parlamento ha votato ieri, in prima lettura (ne serviranno altre tre) una modifica della Costituzione che prevede che i giudici e i pubblici ministeri abbiano carriere separate e strumenti di controllo della loro professione diversi.
Ha votato a favore delle SEPRAZIONI CARRIERE il centrodestra e le forze laiche presenti in Parlamento (+ Europa, IV, Azione…) e contro la sinistra, i 5 stelle e il PD. AH E IL MAIE che ha votato? Ma ci capiranno qualcosa ? I parlamentari potrebbero spiegarci il perché del VOTO? o seguono ordini di partito?
VORREI SAPERE per curiositá che ne pensano e ci chiarissero di che cosa si tratta Senatore BORGHESE e Deputato TIRELLI del MAIE?
Dire che la separazione delle carriere o meno non cambia nulla potrebbe essere un po’ riduttivo. Ci sono differenze concrete, ma il loro impatto reale dipende molto da come un sistema giudiziario è organizzato ( e oggi in ITALIA lascia molto a desiderare) e dalle garanzie che offre ai cittadini. Ecco perché il dibattito non è mai solo tecnico, ma è legato anche a valori e priorità politiche e culturali.
Cosa cambia davvero con la separazione o meno delle carriere?
Percezione di imparzialità e trasparenza:
In un sistema con carriere separate, il giudice è percepito come più distaccato dal pubblico ministero, rafforzando l’idea di equidistanza rispetto alle parti.
In un sistema unitario, come quello italiano, la vicinanza tra PM e giudici potrebbe generare dubbi (anche se non sempre giustificati) sull’imparzialità del giudice.
Indipendenza del pubblico ministero:
Nei sistemi con carriere separate, il PM è spesso più esposto alle pressioni politiche, specie se dipende dall’esecutivo. Questo può influire sulla sua autonomia nel perseguire reati che coinvolgono i poteri forti.
Nei sistemi unitari, come in Italia, il PM è del tutto indipendente, anche dal governo, garantendo la libertà di indagine.
Efficienza e specializzazione:
Con la separazione, i magistrati possono specializzarsi di più nei rispettivi ruoli (giudice o PM), migliorando potenzialmente la qualità delle decisioni e delle indagini.
Nel modello unitario, il passaggio tra ruoli (da giudice a PM e viceversa) può arricchire le competenze di entrambe le figure, ma rischia di generare confusione nei percorsi di carriera.
Struttura del sistema giudiziario:
La separazione richiede una riorganizzazione completa, con percorsi di reclutamento, formazione e gestione del personale separati. Questo può complicare la macchina burocratica e aumentare i costi.
Ma i problemi principali della giustizia non dipendono dalla separazione delle carriere
I problemi reali che i cittadini affrontano con la giustizia (tempi lunghi dei processi, inefficienza, accesso limitato alla tutela dei diritti) ( TASSE ESORBITANTI !!) non derivano necessariamente dalla separazione o meno delle carriere. Piuttosto, sono legati a fattori come:
Carenza di personale e risorse.
Legislazione poco chiara o eccessivamente complessa.
Mancanza di digitalizzazione e innovazione tecnologica.
Cultura giudiziaria poco orientata alla risoluzione rapida delle controversie.
Conclusione
La separazione o meno delle carriere non è irrilevante, ma il suo impatto è spesso sovrastimato. Può influire su aspetti come l’imparzialità percepita o l’indipendenza del PM, ma da sola non risolve i problemi strutturali della giustizia. In altre parole, non è la soluzione miracolosa per garantire una giustizia più equa, efficiente e vicina ai cittadini.
Io, se dovessi votare non saprei che “pesci pigliare” e tu ? dimmelo scrivi il tuo parare io PUBBLICO! wsp 0039393276899176