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Torna il Ministero degli italiani all’estero!
Tullio Zembo.
Mentre cancelliamo la 459 cominciamo a proporre un nuovo efficente Ministero per gli italiani nel mondo (MIM) uno dei ministeri che avrá una importanza fondamentale ovviamente tenendo lontano gli inutili e inutilini che giá scodinzolano come cagnetti che vedono l’osso.
Mirko Tremaglia
Il Ministero per gli italiani nel mondo (MIM) fu istituito sotto il II Governo Berlusconi, dopo le elezioni politiche del 2001, che videro la vittoria della coalizione di centro-destra, nella XIV legislatura repubblicana (30 maggio 2001-27 aprile 2006).
Precedenti in tal senso furono il Ministero per gli italiani nel mondo nel I Governo Berlusconi (10 maggio 1994-17 gennaio 1995), al cui vertice fu posto il diplomatico Sergio Berlinguer, che partecipava al governo quale indipendente, e prima ancora il Ministero per gli italiani all’estero e l’immigrazione, creato nell’ambito del VII Governo Andreotti, tra il 17 aprile 1991 e il 24 aprile 1992, la cui titolare fu Margherita Boniver, del Partito socialista italiano.
Con due distinti DPR emanati il 10 giugno 2001 il presidente Carlo Azeglio Ciampi nominò con il primo Silvio Berlusconi quale presidente del Consiglio dei ministri e con il secondo ventidue ministri del suo governo, di cui dieci senza portafoglio. Uno di questi ultimi era l’on. Mirko Tremaglia, di Alleanza nazionale. La normativa sui ministeri senza portafoglio è contenuta nell’art. 9, nn. 1-2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove è detto che «All’atto della costituzione del Governo, il Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, può nominare, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ministri senza portafoglio, i quali svolgono le funzioni loro delegate dal Presidente del Consiglio dei ministri sentito il Consiglio dei ministri, con provvedimento da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale» e che «Ogni qualvolta la legge assegni compiti specifici ad un ministro senza portafoglio e questi non venga nominato ai sensi del comma 1, tali compiti si intendono attribuiti al Presidente del Consiglio dei ministri che può delegarli ad altro ministro».
Con DPCM 11 giugno 2001 a Tremaglia fu conferito l’incarico per gli italiani nel mondo. L’attribuzione a Tremaglia di un tale ministero era il riconoscimento della sua azione politica, da sempre mirata al coinvolgimento nella vita politica e sociale italiana dei connazionali approdati all’estero, in primis attraverso il diritto di voto. Il neoministro ebbe a scrivere: «Nel mio DNA c’è la tutela e l’esaltazione degli Italiani all’estero e la difesa dei loro diritti, e sempre nel mio DNA vi è lealtà totale», persuaso com’era della necessità di tutelare e valorizzare la presenza delle comunità italiane all’estero, al fine di rinsaldarne il legame con la madrepatria e di facilitarne l’integrazione nei paesi ove stabilitesi. Il DPCM 9 agosto 2001 precisò le deleghe dell’incarico: «Fatte salve le competenze attribuite dalla legge ai singoli ministeri e in particolare le attribuzioni del Ministero degli affari esteri, il ministro senza portafoglio, è delegato ad esercitare le funzioni di coordinamento e di promozione nella predisposizione dei provvedimenti normativi necessari per attuare il diritto all’esercizio di voto da parte degli italiani residenti all’estero, nonché a promuovere tutte le misure appropriate, anche con riferimento all’AIRE centrale, per assicurare concretamente l’espletamento del voto stesso». Un importante riconoscimento del ruolo del MIM è nella delega relativa all’esercizio delle funzioni di promozione di provvedimenti normativi necessari al potenziamento e alla ristrutturazione della rete consolare italiana. La delega fu ripetuta con DPCM 6 maggio 2005, dopo la crisi di governo del 20 aprile 2005 in seguito ai risultati delle elezioni regionali, che videro sconfitta la coalizione di centro-destra, e la successiva formazione del Governo Berlusconi III tre giorni dopo, il 23 aprile. La delega fu ampliata con l’aggiunta, all’art. 2, c. 1, della possibilità per il ministro di avvalersi, nell’esercizio delle sue funzioni, non solo della collaborazione delle strutture centrali del MAE, ma anche di quelle periferiche: fu così recepito il suggerimento dello stesso ministro, che aveva formulato una proposta di modifica alla delega, motivandola con la necessità di contare anche sugli uffici consolari soprattutto dopo il riconoscimento del diritto di voto agli italiani all’estero, da espletare per corrispondenza. Le materie di competenza del MIM riguardavano: le politiche generali concernenti le collettività italiane all’estero; l’informazione, l’aggiornamento e la promozione culturale; l’intervento coordinato dello Stato e delle Regioni; la valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani residenti all’estero.
Per questi motivi, affinché l’azione del MIM avesse un effettivo impatto positivo, il ministro richiese l’istituzione del Dipartimento per gli italiani nel mondo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, «cioè una struttura preposta in maniera organica e integrata alla nuova area funzionale omogenea di cui si avvale il ministro da lui delegato nel settore». Della struttura, esistente presso la Presidenza del Consiglio dal 1994, furono trasferiti al MAE «i compiti operativi e gestionali» nel 1999, quando il Dipartimento cessò dalle funzioni risultando inattivo il MIM. Con la ricostituzione del MIM, ministero senza portafoglio alle dipendenze della Presidenza del Consiglio, tali compiti furono ritenuti nuovamente «autonome funzioni di impulso, indirizzo e coordinamento del Presidente del Consiglio», ragion per cui il ministro ne sollecitava l’istituzione. Tremaglia fece presente a Berlusconi, in una lettera del 4 maggio 2002, che in un incontro ufficiale con il Segretario generale e il Vice Segretario generale della Farnesina del 24 aprile non fu sollevata alcuna obiezione da parte del MAE in merito all’istituzione del Dipartimento. Il DPCM del 3 dicembre 2002 costituì come struttura generale della Presidenza il Dipartimento per gli italiani nel mondo e ne stabiliva l’organizzazione. All’art. 2 era decretato che il MIM era l’organo di governo del Dipartimento e il suo compito era quello di esercitare le funzioni di indirizzo politico-amministrativo nonché di definire le priorità e gli obiettivi da conseguire nelle aree di propria competenza. Il Dipartimento avrebbe fornito al MIM, nell’ambito delle funzioni delegate, il supporto per lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali.
Con decreto 19 gennaio 2004 il Ministro per gli italiani nel mondo definì il funzionamento del Dipartimento, nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che considerava indispensabile per la corretta e fattiva attività a pro degli italiani residenti all’estero, di concerto con il Ministero.
I dipendenti del MIM erano in numero contenuto e per lo più provenivano dal MAE.Ehehhe 😅 ( ndr. Cosa da evitare assolutamente)
Il fondo mostra l’attività del Ministero per gli italiani nel mondo – e quella del ministro in particolare – nell’arco della legislatura XIV. Molta parte è dedicata alla cura dei bisogni e dei desideri espressi da singoli connazionali o da gruppi di essi. Tra le attività più significative vi è quella della promozione delle imprese italiane verso l’estero, attraverso il Convegno Imprenditori italiani nel mondo e la creazione della Confederazione Imprenditori italiani nel mondo. Tra le altre iniziative documentate, la celebrazione della Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita il 1 dicembre 2001 dal Governo: la data si ricollega alla tragedia di Marcinelle, in Belgio, quando nel 1956 perirono 136 minatori italiani; ogni anno Tremaglia si recava nella località belga per onorare le vittime, di dodici differenti nazionalità. Significative furono anche altre missioni del ministro, come i viaggi a El Alamein e a Mononga e Mattmark, due località luogo di tragedie sul lavoro.
Numerosissime sono le richieste di patrocinio del MIM da parte di promotori di manifestazioni varie, culturali, sociali, ricreative: quasi sempre le richieste erano soddisfatte, con la precisazione che, governando un ministero senza portafoglio, il ministro non poteva concedere finanziamenti.
Un’altra serie consistente è quella relativa alle onorificenze, con l’attivazione della pratica relativa da parte della segreteria particolare del MIM a proposito di nominativi segnalati al ministro di solito dai Comitati degli italiani all’estero…😊