WE: a Seoul la grande retrospettiva di Maurizio Cattelan

SEOUL- È stata inaugurata nei giorni scorsi, alla presenza dell’ambasciatore d’Italia a Seoul, Federico Failla, e della direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Michela Linda Magrì, la mostra “WE” dell’artista italiano Maurizio Cattelan presso il Leeum Samsung Museum of Art di Seoul.
Cattelan è uno degli artisti più popolari e controversi della scena artistica contemporanea, conosciuto soprattutto per le sue istallazioni e sculture iper realistiche, spesso irriverenti. Una delle sue opere più famose e controverse è la scultura “L.O.V.E.”, acronimo di “Libertà, Odio, Vendetta, Eternità”, considerata da alcuni la risposta di Cattelan alla crisi finanziaria del 2008.
“WE” è la sua prima personale in Corea del Sud e la più grande indagine sulla sua opera dalla retrospettiva che si tenne nel 2011 al Guggenheim Museum in New York.
Le 38 opere dell’artista italiano, che sbarcano per la prima volta nella capitale sudcoreana, potranno essere ammirate dai visitatori sino al 16 luglio 2023 al Leeum Museum: scultura, murali, fotografie e installazioni incarnano l’umorismo impassibile, la sfida e la provocazione dell’artista. In mostra anche opere di tassidermia animale come Ghosts (2021) e Bidibidobidiboo (1996), effigi iperrealistici come La Nona Ora (1999) e variazioni di autoritratti come Untitled (2001), Charlie (2003) e We (2010). L’esposizione presenta anche alcune tra le opere più stimolanti di Cattelan: Him (2001), effige di un ragazzo con il volto di Adolf Hitler inginocchiato in preghiera, e Comedian (2019), un tubo di banane attaccato a un muro che ha suscitato una catena di polemiche quando ha debuttato all’Art Basel Miami Beach del 2019.
Le sculture e i dipinti iperrealistici di Cattelan sono semplici e riconoscibili, ma allo stesso tempo si appropriano in modo intelligente e furtivo della storia dell’arte e della cultura popolare. Disseminate di aneddoti satirici e cinici, le sue opere chiedono con audacia al visitatore di confrontarsi con verità scomode e di ribaltare le proprie fondamenta della percezione. Prendendo le distanze dal ruolo di artista che predica o illumina, Cattelan si offre volontariamente alle accuse di frode, scherno e critica. Ironia della sorte, le stesse buffonate che gli hanno fatto guadagnare la reputazione di provocatore, burlone e talvolta persino truffatore, lo rendono un acuto critico della realtà che attraversa la natura umana e la società contemporanea. Da tutti gli angoli della mostra, i molteplici sguardi di Cattelan come intruso, poliziotto, prete, criminale, artista e ragazzo invitano a prendere parte a un teatro della commedia umana in cui il Cattelan, burlone provocatorio, forgia legami malinconici di fronte alla crudeltà della vita.
Curata da Sungwon Kim, capo curatore e vicedirettore de Leeum Museum of Art, assistito da Heyeon Kim e Jungmin Lee, “WE” – titolo preso in prestito da un’opera esposta – mette in discussione cosa si intenda esattamente con la parola “noi”. Chi siamo “noi“? Cosa ci rende ciò che “noi“ siamo? E come siamo collegati tra “noi“? La pratica di Cattelan ci sfida a riflettere e a cercare risposte a queste domande, passando per i concetti di oppressione, ansia, autorità, religione, amore, famiglia, vita e morte, incoraggiando nel complesso conversazioni più profonde e facilitando una maggiore solidarietà. L’immagine di un papa abbattuto da un meteorite (La Nona Ora, 1999) risuona oltre la religione e il luogo che rappresenta, aprendo un dibattito più ampio sul significato di autorità e oppressione. Le nove sculture in marmo di Carrara che ricordano i cadaveri (All, 2007) commemorano e ricordano tragedie sempre recenti e ora più che mai vicine. (r.a.\aise)

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Redazione
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